TORINO – “Le case e le cose” è il titolo della mostra che racconta la storia dell’amaro destino che costrinse le famiglie ebree italiane a lasciare le loro case con gran parte dei beni in esse contenuti. Molti di loro non tornarono mai, come Michele Valabrega e Silvio Segre, a cui sono intestati i fascicoli di Via Po 25 e Piazza Carlo Emanuele II 15. Davanti a quelle abitazioni le Pietre d’Inciampo ricordano la loro morte nei campi di sterminio.
L’esposizione è visitabile alla Fondazione 1563, che l’ha anche ideata con la consulenza storico archivistica di Fabio Levi e Anna Cantaluppi.
Tra le storie che sono state scelte per illustrare quegli anni terribili anche quella della casa torinese di Natalia Ginzburg: l’appartamento di via Pallamaglio 11 (oggi via Oddino Morgari 32) citato in Lessico Famigliare. Sono disponibili l’inventario dei beni e la lettera autografa con cui la scrittrice chiede la restituzione dell’appartamento il 20 Dicembre 1945.
Visibili le minuziose pratiche relative alla cascina “Saccarello” – la tenuta della nonna di Primo Levi ai margini della strada di Superga – che riportano persino l’elenco degli alberi che popolavano il giardino della villa.
Sono disponibili, infine, i documenti relativi alla villa di Cavoretto del compositore Leone Sinigaglia, requisita, svuotata degli arredi e successivamente utilizzata per ospitare gli sfollati: un processo comune a molte delle abitazioni sequestrate.
Una Mappa interattiva localizza in Piemonte e Liguria – e in particolare a Torino – le ubicazioni delle case sottratte ai proprietari.
La mostra è anche digitale.
Vademecum
“Le case e le cose”
Fondazione 1563
Torino, piazza Bernini 5
Lunedì al Venerdì fino al 31 Gennaio 2019 (orario 16-19).
In occasione del Giorno della Memoria 2019
l’esposizione sarà aperta anche sabato 26 e domenica 27 Gennaio dalle 10 alle 13.
Informazioni: www.fondazione1563.it