MILANO – Gli affreschi trecenteschi della “Grande Sala Dipinta di Giovanni Visconti” nel Palazzo Arcivescovile di Milano, attribuiti a pittori lombardi che si rifacevano a Giotto e attualmente in restauro, saranno resi fruibili dalla piattaforma digitale “Milano-Augmented Identity”. Gli affreschi, scoperti di recente, non sono visibili al pubblico, data la loro collocazione, parte in spazi di servizio degli appartamenti del Vescovo e parte in un sottotetto degli stessi. La piattaforma, realizzata da City Innovation Lab dell’Alta Scuola Impresa e Società (Altis) dell’Università Cattolica, insieme al dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’arte, in collaborazione con lo spin-off del Politecnico di Milano Thingk, sarà presentata il 10 novembre alle ore 17 a Palazzo Litta, in corso Magenta 24 e sarà navigabile a partire dall’11 novembre. Il progetto ha ricevuto il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo.
Il ciclo di dipinti era emerso già ai primi del Novecento. Gli affreschi sono poi stati riscoperti nelle ultime trasformazioni post belliche, ma solo in tempi recenti è stata rivalutata l’importanza storico-artistica di questo ciclo. La loro riscoperta è legata a una pura casualità, e cioè quando nel 2011 un canale di gronda ostruito ha fatto tracimare l’acqua nel muro di mattoni e ha fatto fiorire la superficie a tempera portando alla luce una figura femminile, a fianco di un grande camino. In seguito a questo evento, altre parti degli affreschi sono state riportate alla luce e studiate dalla professoressa Serena Romano dell’Università di Losanna e dal professor Marco Rossi dell’Università Cattolica. Al di là del grande pregio artistico, la conoscenza di questo ciclo di affreschi contribuisce a riscrivere un pezzo della storia milanese del Trecento in cui Azzone Visconti intendeva fare di Milano una delle più splendide tra le capitali della cultura, in grado di rivaleggiare con la stessa Avignone.