MILANO – Secondo la teoria del filosofo inglese Timothy Morton “gli Iperoggetti sono entità diffusamente distribuite nello spazio e nel tempo che ci obbligano a riconsiderare le idee fondamentali che ci siamo fatti su ciò che significa esistere, su cos’è la Terra, su cos’è la società”.
Il titolo della mostra di Stefano Cagol, artista trentino classe 1919, ospitata a partire da 24 marzo al MA*GA di Gallarate, fa riferimento a questa dottrina ma, spiega il curatore Alessandro Castiglioni: “Ancor prima di scoprire il sistema teorico di Morton, Cagol si è interessato di sistemi complessi e globali mettendo a punto un sistema di ricerca-produzione basato su costanti spostamenti e su pratiche che non si concludono con la realizzazione di un oggetto visivo ma potenzialmente continuano, si riconfigurano costantemente muovendosi nello spazio e nel tempo”. “La mostra – aggiunge Alessandro Castiglioni – raccoglie una serie di progetti a lungo termine in cui questa prospettiva di ricerca risulta estremamente chiara poiché tali progetti, costantemente aperti, mutano al mutare di contesti e condizioni”.
Il percorso espositivo della mostra prende avvio all’esterno del Museo, nella piazza anfiteatro del MA*GA, dove saranno installati dei caratteri cubitali che compongono la scritta FLU POWER FLU (Influenza, potere, influenza), che dà anche il titolo dell’opera, realizzata nel 2007 nel pieno della diffusione dell’influenza aviaria. Queste parole ricordano che la smania di dominio affligge i rapporti dell’uomo con il mondo, tanto da assurgere a causa di tutti i mali.
La rassegna prosegue quindi con The Body of Energy, un progetto di ricerca ancora in corso dedicato alla mappatura dell’utilizzo, della trasformazione e della visualizzazione dell’uso e dello spreco di energia, attraverso riprese video condotte con una telecamera a infrarossi che visualizza il calore del corpo umano come manifestazione di energia.
La ricerca di Cagol si concentra anche sugli esiti del cambiamento climatico. Il suo lavoro fa infatti costante riferimento alla sparizione dei ghiacci o ad elementi del paesaggio che preludono a un accadimento che sembra non arrivare, ma che in realtà è già direttamente sotto i nostri occhi. In particolare l’opera Evoke Provoke (the border) ricorda la spedizione solitaria che l’artista ha effettuato oltre il Circolo Polare nel 2011, durante il quale incendiava il gas di bombolette spray, evocando l’influenza dell’uomo nella sparizione dei ghiacci eterni, lanciando segnali di aiuto da lande deserte. Altra tematica affrontata dall’artista è quella dei confini che per l’autore rappresentano un fatto sia fisico che mentale.
L’esposizione è accompagnata da un volume con il testo del curatore, una conversazione con l’artista di Blanca de la Torre e il saggio “Terra incognita: esporre il ghiaccio nell’Antropocene” di Julie Reiss per la prima volta edito in italiano.
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Vademecum
sit #10 di Innogy Foundation e il Premio Terna per l’arte contemporanea #2.
STEFANO CAGOL
Iperoggetto
Visioni tra confini, energia ed ecologia
24 marzo – 15 settembre 2019
Inaugurazione sabato 23 marzo ore 18
Museo MA*GA
Gallarate, Via E. de Magri 1
Tel. +39 0331 7013011; info@museomaga.it; www.museomaga.it
Orari
: Lunedì chiuso; martedì-venerdì, 10|13.00 – 14.30|18.30; sabato e domenica, 11.00|19.00
Ingressi
€ 7,00 intero;
€ 5,00 ridotto per studenti fino ai 26 anni, over 65, tesserati FAI – Fondo Ambiente Italiano, Touring Club Italiano, Soci Gite in Lombardia.
Gratuito per i minori di 14 anni, disabili che necessitano di accompagnatore, accompagnatore del disabile, dipendenti MIBAC, accompagnatori e guide turistiche Regione Lombardia, 1 insegnante ogni 10 studenti, membri ICOM, soci AMACI, Amici del MA*GA, soci Mart membership, soci Club GAMeC, giornalisti accreditati, giornalisti con tesserino in corso di validità, soci Abbonamento Musei Lombardia Milano.