TARANTO – La mostra “MitoMania. Storie ritrovate di uomini ed eroi” espone, per la prima volta insieme, un nucleo di preziose ceramiche provenienti da scavi clandestini in territorio pugliese, recentemente restituite all’Italia da importanti Musei internazionali, quali il J. Paul Getty Museum di Malibu, il Cleveland Museum of Art, il Museum of Fine Arts di Boston e il Metropolitan Museum di New York.
In quest’opera di restituzione all’Italia, l’impegno del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, si è dimostrato fondamentale. Si tratta di reperti tornati in Italia a partire dal 2007, grazie al lavoro dei militari che hanno operato di concerto col Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel contrastare l’esportazione illegale di materiale archeologico al di fuori dei confini nazionali.
La mostra, come spiega la Direttice del Museo tarantino Eva Degl’Innocenti, che insieme agli archeologi del MArTA Anna Consonni, Luca Di Franco e Lorenzo Mancini, ha curato l’esposizione, “nasce dall’idea di restituire, a 50 anni dall’istituzione del Nucleo di tutela, delle produzioni di ceramica apula sottratti al loro contesto da scavi clandestini”. Per la direttrice la mostra rappresenta “un’occasione per conoscere lo straordinario patrimonio archeologico della Puglia” e per celebrare “la restituzione dei reperti al contesto storico e archeologico che li ha visti nascere”.
Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni: le prime due sono dedicate ad approfondimenti tematici, la terza alle attività investigative che hanno consentito di risalire alla provenienza dei reperti e di riportarli in Italia. La prima sezione illustra il legame esistente fra la ceramica e l’aldilà, esplicato da scene che ricordano i riti e le ritualità funebri. La seconda sezione, dal titolo “Mito e teatro nella ceramica apula”, è incentrata su quattro preziosi vasi le cui raffigurazioni propongono diversi episodi di due vicende mitiche. L’ultima sezione, che spiega le attività svolte dal Comando Carabinieri TPC, è arricchita da documenti fotografici e supporti audiovisivi.
“La mostra – ha spiegato il capitano Stefano Michelange, comandante del Nucleo di Bari – ci dà la possibilità di illustrare il nostro ruolo nel rinvenimento di questi reperti. Gli scavi clandestini sono realizzati su commissione. Nei filmati che mostriamo si vedono proprio dei tombaroli all’opera. E’ quindi importante – ha concluso l’ufficiale – che si parli del rientro di questi beni, del ripristino della legalità, ma è anche importante conoscere il fenomeno”.