ROMA – “La domanda sull‘Essere, sull’espansione spirituale dell’uomo, ha definito la ricerca artistica da sempre – spiega Giovanna Melandri, Preseidente del MAXXI, introducendo il tema affrontato nella mostra “della materia spirituale dell’arte” – “Come scriveva Schopenhauer l’arte può miracolosamente elevarsi sopra la vita e contemplarla, trascendendola. Ho voluto moltissimo questo progetto – sottolinea Melandri – che nasce dalla mie chiacchierate con Lea Mattarella, ed è dedicato a lei. Non è stato facile definirne il profilo e i confini, ma sono certa che questa mostra contribuirà ancora di più ad ampliare il perimetro della ricerca, artistica e ideale, del ‘laboratorio’ MAXXI”.
La mostra, visitabile dal 17 ottobre 2019 all’8 marzo 2020, è a cura di Bartolomeo Pietromarchi, direttore di MaXXI Arte, e parte da una riflessione specifica: Esiste ancora un’esigenza spirituale alla base delle istanze dell’arte?. Inun’epoca dominata dal pensiero tecnico-scientifico e dalla crescente supremazia della macchina, l’esposizioneprende spunto dall’esigenza degli artisti di oggi di ribadire la centralità dell’uomo e del suo ecosistema, con tutte le sue criticità e complessità, nel percorso di ricerca di una dimensione spirituale. Un’attitudine questa che, se in passato si contrapponeva all’idea di spiritualità, oggi ne diventa l’essenza.
Il tema viene indagato attraverso lo sguardo dell’arte contemporanea e, al contempo, della storia arcaica di Roma. In esposizione i lavori di diciannove artisti internazionali, provenienti da culture e con background differenti. Le opere, realizzate per la maggior parte nell’ultimo biennio e ripensate appositamente per gli spazi del MAXXI, sono esposte a fianco di diciassette straordinari reperti archeologici etruschi, romani e di produzione laziale, provenienti da quattro tra i principali musei della città: Musei Vaticani, Museo Nazionale Romano, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Musei Capitolini. I reperti risalgono a un periodo compreso tra l’VIII sec a.C. e la fine del IV sec d.C., ovvero dalle origini di Roma sino al momento in cui il Cristianesimo diventa religione di Stato, e sono quindi rappresentativi del percorso che conduce dal mondo arcaico a quello premoderno, dalla dimensione collettiva del sacro in era pagana all’affermarsi di una dimensione più individuale dello spirituale in età post classica.
“La compresenza e la relazione tra elementi contrapposti è molto evidente – afferma Pietromarchi – e la sua messa in risalto è la forza dell’intero progetto. È proprio questa impossibile composizione tra corpo e anima, tra materia e spirito a essere la più fedele rappresentazione della nostra essenza. Con ‘materia spirituale dell’arte’, intendo ciò che fa leva su tale dicotomia, tra una dimensione materiale legata all’esperienza personale e un’esigenza di ritrovare pratiche e significati che elevino lo spirito al di sopra di essa.”
Diverse le installazioni in mostra, tra cui quelle di Matilde Cassani (un drappo di tessuto, come una soglia che introduce nello spazio del sacro), Enzo Cucchi (artista al quale il MAXXI dedica al contempo un Focus della Collezione Arte in Sala Gian Ferrari, 17 ottobre 2019-gennaio 2020) Jimmie Durham, Haris Epaminonda, Remo Salvadori, Namsal Siedlecki, realizzate o ripensate appositamente per questo progetto. Il percorso si apre e va a chiudersi con le installazioni sonore di Hassan Khan (una composizione per battito di mani) e di Kimsooja (che diffonde gli echi di un canto tibetano), superate le quali si accede al grande spazio centrale che vede emergere la presenza di grandi opere bidimensionali tra cui quelle di John Armleder, Francesco Clemente, Abdoulaye Konaté, Victor Man, Sean Scully, in stretta relazione con gli oggetti antichi (la coppia di Pavoni dei Musei Vaticani, il Fegato dello Scasato di Villa Giulia, lo Scarabeo alato dei Musei Capitolini, la Collana con Chrismon e la Statua Leontocefala, entrambe del Museo Nazionale Romano, la Gemma della dea Roma dei Musei Capitolini – Fondazione Santarelli). Fotografia (le mani di donne iraniane nel gesto di offrire versi di poeti della tradizione farsi di Shirin Neshat) e video (Michal Rovner, Jeremy Shaw) dialogano con le installazioni immersive di Elisabetta Di Maggio (che ricrea con i francobolli il pavimento cosmatesco della Basilica di San Marco) di Tomás Saraceno (che trasforma il fluttuare della seta di ragno in vibrazioni sonore), per finire con un’importante opera di arte partecipativa di Yoko Ono.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Quodlibet, con contributi testuali di Andrea Carandini, Padre Paolo Benanti, Stefano Catucci, Raffaella Frascarelli e Riccardo Venturi.
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Vademecum
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni 4a-8, 00196 Roma
Orari: mercoledì, giovedì, domenica 11.00 – 19.00; martedì, venerdì, sabato 11.00 – 20.00; chiuso il lunedì.
Ingresso consentito fino a un’ora prima della chiusura
Biglietti: €12 intero; € 9 ridotto; € 5 last hour (merc. giov. dom. dalle 17.30; mart. ven. sab. dalle 18.30)
I martedì di Enel: per tutto il periodo di mostra, ogni martedì biglietto ridotto grazie a Enel
Tel +39 320.19.54 infopoint@fondazionemaxxi.it