ROMA – È scomparso il 9 febbraio, all’età di 87 anni, Alberto Boatto, una delle personalità più originali della critica d’arte in Italia, conosciuto come il critico delle avanguardie. L’annuncio della sua morte è stato comunicato dall’Accademia Nazionale di San Luca.
Scrittore e saggista, Boatto, profondo conoscitore delle avanguardie, aveva tuttavia sempre alternato gli studi su momenti e figure salienti delle avanguardie dei primi del Novecento, in primis Dada e Duchamp, a saggi militanti sui protagonisti delle tendenze artistiche più recenti colte al loro primo apparire, dal new dada alla pop art, dall’arte povera all’arte concettuale.
Durante la sua lunga e prolifica carriera fondò e diresse riviste militanti come «Cartabianca» e «Senza margine» (1968-69) e «La città di Riga» (1976-77). Mentre tra i suoi tanti saggi, tradotti anche nelle principali lingue europee, si annoverano: “Pop art” (1967, nuova edizione Laterza 2015), “Cerimoniale di messa a morte interrotta” (Cooperativa Scrittori 1977), “Lo sguardo dal di fuori” (1977, nuova edizione Castelvecchi 2013), “Della ghigliottina considerata una macchina celibe” (1988, nuova edizione Scheiwiller 2008), “Della guerra e dell’aria” (Costa & Nolan 1992), “Narciso infranto. L’autoritratto moderno da Goya a Warhol” (Laterza 2002, nuova edizione 2015) e “Di tutti i colori. Da Matisse a Boetti, le scelte cromatiche dell’arte moderna” (Laterza 2008).