TORINO – La Fondazione Merz di Torino presenta “Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza”, un nuovo progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti.
Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali.
“Presentare insieme le opere di Marisa e Mario Merz – spiega Boggia – significa avere l’opportunità di cogliere due modalità espressive differenti, ma intimamente collegate e interagenti. Marisa e Mario vivono e si mostrano sempre insieme, è impossibile separarli. Insieme lavorano negli spazi domestici della casa; insieme si muovono nel mondo esercitando ciascuno sull’altro, stimoli, incoraggiamento e protezione”.
Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l’energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l’opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un “tempo presente infinito” che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica.
Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l’ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto.
Il visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz.