MILANO – La Fondazione Prada ospita dal 18 marzo al 28 agosto la mostra L’image volée, (L’immagine rubata) una collettiva a cura dell’artista Thomas Domand. Sono circa 95 le opere in esposizione tra 60 artisti contemporanei e artisti del passato, dal 1820 a oggi.
L’intento della mostra è quello di indagare sul concetto di “appropriazione”, può trattarsi dunque di furto, di riproduzione o trasformazione di qualcosa comunque mutuato da un modello iconografico o opera preesistente per realizzare i propri lavori. Il percorso espositivo presenta tre possibili direzioni d’indagine: l’appropriazione fisica dell’oggetto o la sua assenza, la sottrazione relativa all’immagine piuttosto che all’oggetto concreto e, infine, l’atto del furto attraverso l’immagine stessa.
Nella prima sezione ad esempio ci sarà la denuncia incorniciata che Maurizio Cattelan ha fornito come testimonianza di un furto da lui subito.
Nella seconda parte del percorso espositivo si analizzano le logiche dell’appropriazione all’interno del processo creativo. Qui ad esempio si rimette in scena il ritratto fotografico di Marcel Duchamp realizzato da Man Ray, sostituendosi sia all’autore sia al soggetto della fotografia.
La terza sezione invece affronta la questione della produzione di immagini che, per loro stessa natura, rivelano aspetti nascosti sul piano privato o pubblico. John Baldessari ad esempio nell’installazione video Blue Line (Holbein) (1988) inserisce una telecamera nascosta che riproduce le immagini rubate del pubblico all’interno di uno spazio adiacente, mettendo in discussione il ruolo stesso dello spettatore.
Questa sezione si chiude con una mostra nella mostra, curata da un importante designer industriale. Riunisce veri dispositivi di spionaggio usati dalla DDR e dall’Unione Sovietica per controllare i propri cittadini: strumenti tecnologici in grado d’infrangere le barriere della dimensione privata, selezionati per la bellezza del loro design razionale che anticipa quello dei computer e degli smartphone di oggi.
Vademecum
L’image volée
18 marzo – 28 agosto 2016
Fondazione Prada
Largo Isarco 2
20139 Milano
T +39 02 56 66 26 13
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