NAPOLI – Apre il 14 gennaio 2022, presso il Tokyo National Museum, la mostra itinerante “Pompeii“, che presenta 160 reperti del MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
L’esposizione viene inaugurata in occasione del centocinquantesimo anno dalla fondazione del Tokyo National Museum, il più antico ed importante museo del paese, specializzato nella tutela e valorizzazione di antichità giapponesi e, più in generale, asiatiche.
Nel 2019 il MANN ha siglato una Convenzione Quadro con il Museo nipponico, proprio per valorizzare, con una grande mostra nel paese del Sol Levante, la conoscenza della cultura delle antiche città vesuviane.
L’esposizione è organizzata dal quotidiano The Asahi Shimbun e dalla NHK, NHK Promotions Inc (Nippon Hoso Kyokai – Japan Broadcasting Corporation).
The Asahi Shimbun è anche tra i finanziatori del restauro del Mosaico di Alessandro, attività in collaborazione con l‘Istituto Superiore per il Restauro del MIC. Il restauro sarà concluso entro il 31 dicembre 2022 e i lavori saranno condotti in un cantiere aperto ai visitatori: sarà così restituito a napoletani e turisti un capolavoro di tutti i tempi, dopo un’operazione senza precedenti di ricerca e tutela.
“Con il Giappone – spiega il Direttore del MANN, Paolo Giulierini – abbiamo intrapreso un importante viaggio culturale, iniziato ormai due anni fa; l’arte crea ponti tra i popoli e gli esiti finali di questa operazione, che ritengo possa forse essere la più importante nei rapporti tra Giappone ed Italia, sono costituiti da due obiettivi: il restauro del Mosaico di Alessandro, possibile anche grazie al generoso contributo di The Asahi Shimbun, e la realizzazione della grande mostra su Pompei, organizzata da The Asahi Shimbun e NHK. Questa mostra porta in Giappone reperti provenienti da contesti noti ed intende approfondire settori fondamentali della vita della celebre città vesuviana: passando dalla scoperta, che è stata la fortuna dell’archeologia occidentale, si giunge all’analisi della dimensione quotidiana, che avvicina le sensibilità di popoli, lontani nel tempo e nello spazio, ma pur sempre legati dalla necessità di fronteggiare le avversità della natura“.
Cinque sezioni per 160 reperti
La mostra, curata, tra gli altri, dal Direttore del MANN, Paolo Giulierini, e dal noto accademico Masanori Aoyagi, Commissario per le attività culturali in Giappone, ha come filo conduttore il legame tra le città (Pompei, Ercolano, Tokyo, Kagoshima) e i vulcani.
La prima sezione è dedicata all’eruzione del Vesuvio e dal seppellimento di Pompei. La mostra prenda quindi avvio dal 79 d.C. per ripercorrere, quasi a ritroso, quei cicli di distruzioni e successive ricostruzioni che le comunità civili hanno messo in atto sin dall’antichità.
La seconda sezione è invece incentrata sulla città di Pompei: architettura pubblica e religione. La terza sulla società pompeiana e la quarta sulla prosperità di Pompei. Il percorso si chiude con la storia degli scavi, oggi e nel passato (Ercolano, Pompei, Stabiae e Somma Vesuviana).
In esposizione, fino al 3 aprile 2022, contesti archeologici dalle Case del Fauno, del Citarista e del Poeta Tragico. Suppellettili (bronzi e vetri), sculture ed affreschi che decoravano domus e edifici pubblici romaniche daranno testimonianza della cultura materiale che caratterizzava l’area vesuviana nel suo complesso.
Esposta, infine, anche la ricostruzione realizzata ad hoc delle pareti della Villa di Cicerone a Pompei, grazie alla combinazione di frammenti di decorazioni parietali, come i famosi satiri funamboli: il progetto è stato firmato dall’archeologa Rosaria Ciardiello e dai fotografi Luciano e Marco Pedicini.