CAGLIARI – Un prezioso bracciale di epoca incerta, ma presumibilmente nuragica o addirittura pre-nuragica, è stato spedito in forma anonima alla sede della Fondazione Nurnet-La Rete dei Nuraghi di Cagliari. E’ stato Antonello Gregorini, presidente dell’associazione impegnata a promuovere la civiltà nuragica e preistorica della Sardegna, a ricevere il pacco che era accompagnato da una lettera scritta a mano. Gregorini, dopo la ricezione del monile, ha immediatamente informato la Soprintendenza ed i Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
“Si tratta di un reperto all’apparenza in bronzo – spiega Gregorini – di forma ellittica, ricoperto di simboli in bassorilievo legati alla rigenerazione, al concetto di dea madre e di rinascita quotidiana, simboli che troviamo nelle Domus de Janas nella parte bassa riporta 14 doppie v simili a grappoli d’uva, una doppia spirale di traverso e una serie di altre spirali. L’apertura da cui verosimilmente veniva infilato il polso è di due centimetri. Insieme alle misure complessive del bracciale, farebbe pensare ad un abbellimento realizzato per un bambino o per una donna esile, non certo per il polso di un forte, nerboruto e muscoloso guerriero”. Comunque ora il bracciale dovrà essere studiato dagli archeologi della Soprintendenza.
Nella lettera il donatore specifica di non essere né trafficante né tombarolo, ma semplicemente di aver ritrovato l’oggetto tra i ricordi di famiglia. L’oggeto era in possesso dei suoi genitori dal 1956. Il ritrovamento del reperto risale infatti agli anni ’50, nella lettera si fa riferimento anche ad un cantiere in Ogliastra tra Lanusei, Arzana e Ilbono.
La fondazione Nurnet, augurandosi che questo gesto possa essere di stimolo per la riconsegna di altri reperti lancia un appello: “Chiunque si ritrovi in casa un reperto non può far altro che restituirlo anche in forma anonima”.