AREZZO – La “Madonna con Bambino, Santi, Annunciazione e Assunzione” di Pietro Lorenzetti torna a casa, nella Pieve di Santa Maria ad Arezzo, dopo un lungo e complesso restauro durato sei anni.
Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria, sono stati rinviati a data da destinarsi gli eventi che erano stati programmati per suggellare questo importantissimo momento.
L’opera
La “Madonna con Bambino, Santi, Annunciazione e Assunzione” di Pietro Lorenzetti è sicuramente uno dei capolavori più celebri del Trecento. Si tratta di tempera su tavola fondo oro realizzata tra il 1320-24. L’opera venne commissionata dal vescovo Guido Tarlati. A documentarlo è il contratto stipulato il 17 aprile 1320, che resta uno tra i più illuminanti dell’epoca per la relazione opera-artista-committente. Il documento, oltre a richiedere elevati requisiti di qualità, impone al pittore un impegno senza interruzioni e senza assumere altre committenze fino ad aver raggiunto la “perfezione”. Lorenzetti raggiunse effettivamente questa perfezione richiesta, infatti il dipinto piacque alla committenza e venne collocato sull’altare maggiore della Pieve, dove, nonostante spostamenti che ne hanno in parte cambiato lo status, ancora si trova.
Il restauro
Il primo restauro dell’opera, ad oggi noto, risale alla fine dell’Ottocento quando, durante i lavori che interessarono la Pieve, la tavola fu portata al riparo in municipio per essere ricollocata nella sua sede tra il 1880 e il 1881.
Venne nuovamente restaurata nel 1916, e poi ancora nel 1976 dopo che uno squilibrato tentò di appiccare fuoco al capolavoro. Nell’occasione un’approfondita ricerca accertò che l’opera doveva misurare all’origine ben più degli attuali cm 293,6 di larghezza.
L’attuale restauro è stato preceduto da una serie di opportune analisi. Si è verificata innanzi tutto la funzionalità del supporto, quindi è stata operata una pulitura della superficie pittorica che ha provveduto alla rimozione degli strati di restauro apposti nell’ultimo intervento (vernici e integrazione pittorica, alterate nel tempo). Si è quindi imposta una seconda fase di pulitura delicatissima, interamente condotta al microscopio, che ha permesso di recuperare i colori cangianti e le straordinarie decorazioni condotte a mano libera dal pittore, offrendo così un fondamentale contributo alla complessiva leggibilità del dipinto.
Un’apposita fase di ricerca, in stretta connessione con la Soprintendenza di Siena Grosseto e Arezzo, è stata dedicata all’ipotesi di ricostruzione delle parti strutturali in legno della cornice monumentale, purtroppo perduta, che ne facevano una macchina autoportante di grande impatto visivo.
E’ stata quindi proposta una ipotetica ricostruzione, con disegno digitale, che consentisse di restituire spaziature e proporzioni corrette all’opera, facilitandone la lettura in rapporto soprattutto con l’interno monumentale della Pieve per la quale fu concepita.
La direzione dei lavori, la proprietà e l’équipe tecnica hanno convenuto di limitare tale ricostruzione al solo recupero della larghezza del polittico: sono stati pertanto inseriti listelli dorati che distanziano le varie parti dell’opera riconducendola (almeno in larghezza) alla misura originaria.
Il restauro è stato autofinanziato fin dall’inizio (2014) a cura di RICERCA e, dal 2017, con il sostegno di ART ANGELS AREZZO Onlus (www.artangelsarezzo.org), oltre che da cittadini privati. Altri fondi sono stati donati da Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (principale donatore con € 110.000), aziende del territorio aretino: Power One Italy spa, CHIMET spa, TCA spa, Centro Chirurgico Toscano. Quelli provenienti dagli Stati Uniti sono stati trasmessi attraverso Friends of Florence, grazie alla presidente Simonetta Brandolini d’Adda, per consentire la defiscalizzazione ai donatori americani.
Restano ancora da finanziare alcuni interventi per un totale di € 77.980 inclusa IVA al 22%. A tal proposito è in corso una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe al link: https://www.gofundme.com/f/progetto-restauro-lorenzetti.
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DOPO IL RESTAURO
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