MILANO – Il mese di maggio vede protagonista, nella vetrina di Buildingbox Milano, per il progetto “La forma dell’oro”, l’artista belga Jan Fabre (Anversa, 1958).
Seguendo le orme dei maestri antichi, di epoca medioevale, rinascimentale e barocca, Fabre usa molto spesso sé stesso come prima fonte di studio anatomico e psicologico. Nel corso della sua carriera ha, infatti, realizzato innumerevoli autoritratti, declinati in forma di sculture, disegni, film-performance.
La rappresentazione dell’uomo, nell’opera di Fabre, aderisce al racconto della condizione dell’artista come metafora della condizione umana, tesa tra finitezza ed eternità.
Devilish Ashtray è il titolo dell’opera che l’artista presenta in questa occasione. Si tratta di un autoritratto nel quale Fabre si rappresenta con corna da diavolo e bocca spalancata in una linguaccia beffarda, pronta a ricevere il mozzicone della sigaretta, che come tutte le vanitas, è memento mori, ma è soprattutto fascino irresistibile di ciò che svanisce per mutare forma continuamente.
L’artista cede la sua anima all’arte e accetta di pagarne il prezzo. Il diavolo, del resto, è l’inventore della metamorfosi, e il daimon, a metà tra umano e divino, è per la filosofia greca l’intermediario tra le due dimensioni.
A conferire un’aura di spiritualità all’opera è la foglia d’oro. Anch’essa si ricollega allostudio dei maestri del passato; il colore usato nei dipinti medievali e rinascimentali per rappresentare il sovra-umano diventa, per l’artista contemporaneo, materiale scultoreo per il suo autoritratto.
Il Fabre-diavolo sovverte le regole, con l’oro celebra l’anarchia tutta umana dell’arte e della vita.
Vademecum
BUILDINGBOX
via Monte di Pietà 23, Milano
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