ROMA – La Sindaca di Roma Virginia Raggi ha annunciato, in una conferenza stampa convocata in Campidoglio, che Roma Capitale ha presentato ricorso al Tar per chiedere “l’annullamento del decreto che istituisce il parco archeologico del Colosseo”, voluto dal Ministero dei beni, delle attività culturali e del Turismo in data 2 gennaio 2017, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 10 marzo 2017.
Il decreto – ha spiegato Raggi è “lesivo degli interessi di Roma Capitale” aggiungendo: “La delibera potrebbe cambiare radicalmente le modalità di gestione del patrimonio culturale archeologico di Roma e l’amministrazione capitolina. Il ‘Parco’ dovrebbe gestire l’area dei Fori del Colosseo creando una zona di seria A e zone di serie B”.
“Con questo decreto – ha quindi tenuto a precisare la Sindaca di Roma – va ad essere definito il ruolo tra Roma Capitale e il governo. Il governo sembra che voglia gestire in totale autonomia e senza alcuna concertazione con l’amministrazione il patrimonio locale. Una modalità che non ci convince e che per noi è inaccettabile”. Raggi ha quindi ribadito “non possiamo accettare che dall’alto vengano calate delle scelte su questa città e senza consultare la città. Questo modo di concepire il governo, questo modo con cui, in silenzio si vogliono prendere delle decisioni che coinvolgono altri enti non è una modalità corretta”. Infine ha concluso Raggi: ”Vogliamo dire no, vogliamo dire basta alle logiche che hanno governato la nostra città. Abbiamo deciso di far sentire la nostra voce per combattere logiche mercantilistiche dove tutto è in vendita. Continueremo a tenere alta la guardia dinanzi a quello che sta accadendo, è inaccettabile che si prendano decisioni sulla pelle dei cittadini passando sopra gli enti locali, decisioni che probabilmente favoriscono interessi economici e non interessi della città”.
La decisione di ricorrere al Tribunale amministrativo è stata presa da tutta la Giunta capitolina. In una memoria, approvata dalla giunta viene dato mandato all’assessore alla Cultura Luca Bergamo di adottare tutti gli atti necessari per avviare la revisione dell’accordo di valorizzazione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile 2015 per arrivare a un’estensione a tutto il territorio comunale e in prospettiva alla città metropolitana, del principio di integrazione e coordinamento delle funzioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
In una nota del Campidoglio si legge: “Con l’entrata in vigore del decreto del Mibact è stato costituito un nuovo istituto denominato Parco Archeologico del Colosseo. Così facendo si è sottratto alla Soprintendenza speciale gran parte delle sue risorse, in massima parte derivanti dalla gestione del Colosseo, mentre si estende il suo perimetro al territorio di Roma, e la si è privata di fatto della possibilità di incidere positivamente per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio monumentale della Capitale”. “Al Parco Archeologico del Colosseo – continua la nota – sono state attribuite competenze di tutela e valorizzazione sull’area centrale della città che comprende sia la parte di proprietà statale (Colosseo, Foro romano, Palatino e Domus Aurea) che quella di proprietà comunale (Fori imperiali, Circo Massimo e Colle Oppio). Questo nuovo assetto di competenze appare in contrasto con l’Accordo di valorizzazione in base al quale Mibact e Roma Capitale si impegnavano a costituire entro la fine del 2015 un Consorzio per la gestione della medesima area (la piantina che individua l’area di competenza del nuovo Parco Archeologico è la stessa allegata al testo dell’Accordo). Inoltre si crea un altro ostacolo all’integrazione e connessione all’area archeologica al tessuto sociale e urbanistico di Roma Capitale, espressamente prevista, invece, nell’Accordo”.
Nel frattempo il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, non ha tardato a replicare alla decisione della Sindaca Raggi e sulla sua pagina Facebook si legge: “E’ davvero incredibile che i 5 stelle, che si riempiono quotidianamente la bocca di cambiamento, trasparenza e innovazione, ricorrano davanti al Tar per bloccare a Roma una riforma che sta dando frutti in tutta Italia. Con il provvedimento che la Giunta Raggi ha impugnato davanti al Tar, il Parco archeologico del Colosseo diventa finalmente un istituto autonomo dotato di un proprio bilancio e con un direttore scelto con una selezione internazionale, che è già in corso e a cui hanno presentato domanda 84 candidati italiani e stranieri. Il percorso adottato per il Colosseo è lo stesso identico che ha portato in Italia profondi cambiamenti al sistema museale, apprezzati in tutto il mondo e che stanno dando importanti risultati. Il Colosseo come gli Uffizi, la Reggia di Caserta, Brera, Pompei e tutti gli altri musei e parchi archeologici autonomi. Sono rimasto senza parole. – continua il ministro – La riforma ha dato effetti che tutto il mondo ha visto, dalla Reggia di Caserta a Pompei, agli Uffizi, Brera o Capodimonte. E tutti i sindaci delle città coinvolte hanno apprezzato e collaborato, da Napoli, a Milano, a Torino. A nessuno è venuto in mente di ricorrere al TAR contro l’autonomia e la selezione internazionale dei direttori! Allora perché opporsi a questa riforma? E perché vengono usati argomenti falsi? Infatti non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l’area archeologica e resterà identico l’utilizzo degli incassi del Colosseo sugli altri beni culturali di Roma” – conclude Franceschini.