PAVIA – Si è concluso a Pavia il restauro del monumentale Codice 822, uno straordinario esemplare di “Graduale”, ovvero un volume miniato di canti ad uso collettivo, viste le ragguardevoli dimensioni, che veniva sfogliato durante le messe del Calendario Liturgico della Chiesa Cattolica.
Il Codice veniva aperto e via via sfogliato su un alto leggio al centro del Coro in modo che tutti monaci potessero, dai loro stalli, seguirne i testi e le annotazioni musicali, ammirandone anche le sfavillanti miniature.
La Certosa pavese vantava circa 39 di questi preziosi codici, come icorda l’inventario dei beni del monastero redatto il 16 dicembre 1782, al momento della sua soppressione. Da quel momento iniziò la diaspora di uno dei più grandi giacimenti librari lombardi. La Biblioteca della Certosa riuniva, infatti, più di 10 mila volumi, tra codici miniati, manoscritti e incunaboli. Un insieme unico che prese in parte la via della biblioteca Braidense di Milano, in parte di quella Universitaria di Pavia disperdendosi poi lungo rivoli ancora ignoti.
Le ricerche condotte nel tempo hanno reso possibile l’individuazione di molti tra i libri da coro. Tredici di essi, compreso il cod. 822, sono ora tra i beni del Museo della Certosa, uno dei dodici istituti statali affidati alla Direzione regionale Musei Lombardia e, come precisa Emanuela Daffra, Direttore regionale Musei Lombardia, saranno tutti oggetto di studio e restauro.
L’intervento sul Codice 822 è stato realizzato da Filippo Capellaro e Gianlorenzo Pignatti e finanziato all’interno del progetto Sleeping Beauty della Direzione Generale Musei. Con gli stessi fondi è stata redatta anche la scheda conservativa di ciascuno dei tredici volumi superstiti.
“Questa indagine capillare – spiega Daffra – è fondamentale: fornisce una road map per i futuri interventi, dettando le priorità e consentendo di delineare l’impegno finanziario necessario al restauro dell’intero gruppo”.
Grazie alla collaborazione dei monaci che gestiscono la Certosa a ottobre si aprirà eccezionalmente la biblioteca: una mostra presenterà il volume restaurato nel suo attuale contesto, il gigantesco contenitore che racchiude gli altri i tesori miniati ‘dormienti’.
Il restauro è stato accompagnato dalla ripresa fotografica ad altissima definizione – realizzata da Mauro Magliani – di ogni pagina tanto del graduale 822 quanto del gemello 814, restaurato alcuni anni fa dalle monache di Viboldone. Ogni codice, man mano che verrà restaurato, sarà documentato nel medesimo modo.
Si tratta del primo passo di un progetto complessivo più ambizioso che si intende portare a termine nel 2024.