COMACCHIO (FERRARA) – La Guardia di Finanza ha riconsegnato al Comune di Comacchio oltre 300 reperti archeologici, provenienti da un maxi sequestro eseguito nel 2014 in Valle Pega nei pressi di Argenta. La maggior parte degli oggetti sequestrati è costituita da monete, monili, pesi e altri oggetti in metallo e terracotta.
Il sequestro e la denuncia erano scattatati nei confronti di un ferrarese 50enne, sorpreso in flagranza dalle Fiamme Gialle, mentre scandagliava un terreno agricolo in Valle Pega, servendosi di metal detector.
Terminato l’iter seguito al sequestro, l’autorità giudiziaria ha assegnato i reperti alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Il sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, ringraziando per il raggiungimento del risultato, ha dichiarato: “la Guardia di Finanza continua a operare su vari campi e a 360 gradi nonostante i tagli e ridimensionamenti. Quanto presentato oggi è frutto di una attività di intelligence e appostamenti. Il nuovo contenitore museale (il museo del Delta Antico che aprirà i battenti a primavera, ndr) – ha detto ancora il primo cittadino – sarà una fucina, un laboratorio di studio e ricerche archeologiche e partiremo proprio da questi 311 reperti”.
Il comandante Danilo Errera ha invece aggiunto: “Il contrasto all’illecita ricerca e detenzione di beni archeologici è diventato uno dei settori peculiari della Guardia di Finanza di Comacchio, già a seguito delle prime opere di bonifica della Valle Pega e del Mezzano, nel corso delle quali vennero scoperte rispettivamente la Necropoli e l’Abitato di Spina. La grande attenzione rivolta a quest’aree anche da parte di soggetti non autorizzati – ha concluso – è provata dai numerosi sequestri di materiale archeologico, registrati in modo costante dagli anni ’50 ad oggi”.