FERRARA – De Nittis e la rivoluzione dello sguardo è la mostra ospitata a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, a cura di Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi, Hélène Pinet. Suddivisa in 11 sezioni, l’esposizione intende porre l’attenzione sull’originalità e la carica innovativa dell’arte del maestro di Barletta. Che si tratti di paesaggi assolati del sud Italia, di ritratti o delle affollate piazze di Londra e Parigi, De Nittis ha infatti lasciato una serie di istantanee che rappresentano il mondo nel suo apparire fugace e transitorio, partecipando attivamente a quel “nuovo sguardo” che ha aperto la strada alla modernità.
Con un occhio comunque attento al mercato, De Nittis riesce a farsi interprete del gusto dell’epoca, attraverso un linguaggio sempre teso alla sperimentazione e affine a quello dei contemporanei parigini da Manet a Degas a Caillebotte.
Formatosi nella cerchia della cosiddetta Scuola di Resìna di Firenze, un raggruppamento di artisti inclini alla sperimentazione e a diretto contatto con la natura, De Nittis si dimostra capace di una pittura ariosa, caratterizzata da composizioni originali e da una fattura pittorica scevra dagli artifici dell’accademia. Pur scegliendo Parigi come patria elettiva, De Nittis non taglia mai i legami con il suo paese natale. Torna in Italia più volte, trascorrendovi periodi più o meno lunghi per catturare “la prepotente luce del sud”, dando vita a quadri che restituiscono la sensazione della calura estiva.
Rimane tuttavia un pittore molto versatile – come sottolineò il critico Paul Mantz – “Abile nel cogliere tutti gli aspetti e a fotografare tutti i particolari, il pittore del sole divenne di colpo il pittore della nebbia e delle atmosfere umide”. Questa versatilità di De Nittis si rivela in particolare nel restituire il genius loci dei luoghi elettivi della sua pittura: Londra e Parigi.
Partecipa ai Salons ufficiali parigini, invitato dagli stessi Impressionisti, ma espone anche a mostre indipendenti. I soggiorni londinesi, che lo impegnano dal 1874 al 1878, segnano un punto di svolta, sia in termini commerciali che iconografici e formali. De Nittis sperimenta nuove e più complesse composizioni dell’ambiente metropolitano, dando inizio a una maniera “rinnovata e ampliata”, anche nei formati, imponendosi in breve tempo come il pittore della città moderna.
De Nittis rimane inoltre profondamente influenzato dal “giapponismo”, da quel raffinato sintetismo, l’eleganza compositiva, i tagli insoliti e quasi fotografici che contraddistinguono quella cultura millenaria.
Pittore di quadri all’aperto, negli ultimi anni della sua carriera De Nittis si cimenta anche con la pittura di interni, sperimentando soluzioni formali e luministiche distanti da quelle praticate en plein air. Una delle sfide che impegnano il pittore è la resa della luce artificiale mediante arditi effetti di controluce. Si tratta di esperimenti analoghi a quelli condotti sul tema del caffè e del teatro dai cosiddetti “indipendenti”, come Manet e Degas il quale, qualche anno più tardi, si confronterà anche con il mezzo fotografico.
Alla fine stanco della frenesia cittadina e spossato dagli sforzi per dar vita a una produzione sempre più ambiziosa, De Nittis decide di trascorrere lunghi soggiorni nella residenza di campagna a Saint-Germain-en-Laye. Le ultime opere nate in quest’oasi di pace raccontano della ritrovata serenità del pittore che, lontano dalla mondanità delle serate parigine, desidera godere dell’intimità familiare.
La mostra, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, in collaborazione con il Comune di Barletta, nasce dal rapporto di interscambio culturale instauratosi tra due istituzioni civiche simili per storia e natura: il Museo Giovanni Boldini di Ferrara e la Pinacoteca De Nittis di Barletta.
Vademecum
Palazzo dei Diamanti
corso Ercole I d’Este 21
Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 19. Aperto anche 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio, Pasqua e Lunedì dell’Angelo
Info: +39 0532 244949
diamanti@comune.fe.it