FIRENZE – Un immenso atto di sponsorizzazione quello compiuto dalla mecenate statunitense Veronica Atkins a favore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Il museo fiorentino ha, infatti, ricevuto quattro milioni e mezzo di euro (circa 4,8 milioni di dollari), per il restauro integrale dell’Anfiteatro del Giardino di Boboli, nell’ambito dell’ampio programma di rilancio del verde mediceo “Boboli 2030”.
“Grazie alla generosità di Veronica Atkins – ha affermato Il direttore delle Gallerie Eike Schmidt – vedrà la luce uno dei progetti chiave dell’iniziativa Boboli 2030: l’Anfiteatro di Boboli – che nella sua forma architettonica richiama le glorie dell’antica Roma – recupererà la sua funzione di teatro all’aperto, proprio nella città dove nacquero il melodramma e la lirica stessa. Presto vedremo di nuovo i migliori cantanti esibirsi nella vasta conca circondata dal verde, davanti al grandioso sfondo dell’Imperiale e Reale Palazzo Pitti, a raccogliere gli applausi non di pochi eletti, ma di tutto il numeroso pubblico che si unirà in platea e sulle scalinate per un’esperienza unica e irrepetibile”.
“Il progetto dell’Anfiteatro di Boboli – ha dichiarato la filantropa Veronica Atkins – unisce i miei tre amori più grandi: la natura, l’arte e la musica. Non vedo l’ora di assistere alla prima dell’opera lirica che in questo luogo magico e unico al mondo risuonerà alla fine dei restauri”.
L’Anfiteatro di Boboli
L’anfiteatro fu originariamente concepito in forme puramente vegetali da Eleonora da Toledo, che incaricò della sua realizzazione lo scultore, architetto e scenografo Niccolò Tribolo.
Dal 1621 al 1634 furono man mano aggiunti elementi architettonici, mentre il primo utilizzo teatrale fu in occasione della festa di matrimonio di Margherita de’ Medici con Odoardo Farnese nel 1628. Nei secoli successivi, l’anfiteatro divenne la sede per eccellenza delle feste granducali.
Un primo recupero dell’Anfiteatro avvenne negli anni Trenta del Novecento, quando esso fu utilizzato anche per farvi rivivere l’opera lirica.
Nel 1960 e ancora nel luglio 1965, Franco Zeffirelli scelse l’Anfiteatro di Boboli per allestire l’Euridice di Jacopo Peri. All’epoca, il New York Times lodò tra l’altro in particolare l’acustica perfetta di questo spazio.
Il restauro
Le operazioni prenderanno il via nei prossimi mesi, e avranno una durata di circa due-tre anni.
L’obiettivo è di riportare alle migliori condizioni le tante e varie componenti architettoniche, scultoree e vegetali di questo suggestivo ma delicatissimo spazio, ma anche di recuperare la sua originaria vocazione ad accogliere spettacoli, e in particolare la musica lirica.
La mecenate
Veronica Atkins è tra i più noti sponsor e mecenati al mondo nel campo della musica, ma non solo. Negli ultimi anni, infatti, la sua attività di sostegno verso le Gallerie degli Uffizi è andata in crescendo.
Attraverso i Friends of the Uffizi Galleries, Atkins ha finanziato il restauro del Terrazzo delle carte geografiche agli Uffizi, della serie degli arazzi Valois del museo fiorentino, e della Sala di Bona a Palazzo Pitti.
Nell’ottobre scorso, ha regalato uno dei migliori pianoforti al mondo per i concerti nella Sala Bianca dell’ex reggia medicea. In quell’occasione fu insignita dalle Chiavi della città di Firenze.
Tra molti altri onori e responsabilità, Veronica Atkins ricopre il ruolo di Managing Director nel Consiglio d’amministrazione della Metropolitan Opera di New York, è presidente della Dr. Robert C. e Veronica Atkins Foundation, e sostiene tante altre prestigiose organizzazioni culturali.
È stata tra i principali donatori per la produzione del Boris Godunov al Teatro alla Scala.