MILANO – Era il 9 ottobre del 1967 quando Ernesto Guevara, catturato in Bolivia insieme ai compagni di guerriglia, dopo un lungo interrogatorio, veniva assassinato nel piccolo villaggio de La Higuera. Il suo ricordo e il suo mito sono tuttavia rimasti intatti fino ad oggi.
L’esposizione, a cura di Daniele Zambelli, Flavio Andreini, Camilo Guevara e Maria del Carmen Ariet Garcia, è frutto di un lavoro durato due anni, durante i quali sono stati vagliati oltre 2000 documenti, lettere, diari, foto ufficiali e private, la biblioteca personale, gli scritti autografi dei discorsi e delle opere letterarie, video d’epoca.
Il percorso della mostra si sviluppa in mille metri quadri. Superata una linea gialla inizia il viaggio nella storia di un uomo chiave del ‘900 – borghese, medico, marito e padre – che di fronte agli eventi, alla situazione geopolitica, alla visione delle ingiustizie sociali non è rimasto indifferente, si è interrogato e, al di là delle risposte date, ha scelto di agire in prima persona. La rassegna è organizzata attraverso tre nuclei tematici: il contesto geo-politico, la sua biografia, il racconto atemporale più intimistico e personale da cui emerge l’uomo. L’esposizione culmina con un’installazione artistica realizzata appositamente da uno dei pionieri della Perceptual Art, Michael Murphy: “Il Volto di Che Guevara”.
A rendere ancora più coinvolgente la narrazione ci sarà una “colonna sonora” originale composta da Andrea Guerra.
Parte del ricavato della mostra sarà destinato a un intervento sociale in favore del Programma “Scuole nel Mondo. L’educazione per ogni bambino” della Fondazione Paoletti, in sostegno al centro educativo “Bayt Al Amal” (la casa della speranza) in Siria.
In occasione della mostra e del cinquantennale è inoltre prevista la realizzazione di un importante DocuFilm su Che Guevara. Una produzione Magnitudo Film, RedString Pictures e ALMA.
Accompagna la rassegna un catalogo edito da Skira.