FIRENZE – Ad Assisi, in una delle volte della Basilica Superiore, Cimabue ha scritto Ytalia a margine di una rappresentazione di città, sicuramente Roma. La città eterna, vista dall’alto e racchiusa entro la cerchia di mura, rappresenta per quell’artista, una primissima affermazione dell’esistenza della civiltà italiana. Siamo tra il 1280 e il 1290 e con quella segnaletica, Cimabue sancisce che i confini nazionali che sono prima artistici che politici, e che l’identità nazionale è fatta di cultura classica e umanistica, di bellezza pagana e spiritualità cristiana.
L’Italia è ancora oggi il paese dell’arte e della bellezza.
Partendo dalla citazione medievale di Cimabue e in concomitanza con lo svolgimento della 57° Biennale di Venezia, periodo di massima attenzione intorno al contemporaneo nel nostro paese, la città di Firenze ospita – dal 2 giungo al 1 ottobre – “Ytalia. Energia, pensiero, bellezza. Tutto è connesso”, una imponente mostra collettiva sull’arte italiana contemporanea ideata e curata da Sergio Risaliti.
Sono circa 100 le opere in esposizione, dai lavori degli anni Sessanta fino a quelli realizzati site-specific di oggi, con l’idea di dare vita a un vero e proprio museo del contemporaneo diffuso nel centro storico della città tra interno ed esterno, tra medioevo e rinascimento, tra musei e giardini, cappelle funerarie e spazi della vita politica, gallerie e studioli, chiostri e cripte.
Tre sono le parole chiave: energia, pensiero, bellezza che fungono da orientamento nella ricerca dei comuni valori formali. Bellezza come orizzonte di partenza e di approdo, dentro e fuori del tempo storico e della cronaca. Materia e spirito, visibile e invisibile: “tutto è connesso”.
Dario Nardella, Sindaco di Firenze, ha spiegato : “La mostra Ytalia è una nuova grande sfida per Firenze: con le opere di dodici tra i maggiori artisti del nostro tempo facciamo vivere ancora il Forte Belvedere per un’altra stagione di arte contemporanea, ma soprattutto mettiamo in rete – insieme al Forte – 8 spazi straordinari tra musei, giardini e luoghi dell’architettura civile e religiosa dove il passato convive con il contemporaneo per un’esperienza unica che coinvolgerà fiorentini e turisti. In un’epoca in cui i valori dell’identità nazionale sono messi in discussione dalle nuove dinamiche globali, vogliamo celebrare il fatto che l’Italia vanta da secoli un ruolo esemplare nell’evoluzione artistica mondiale. Il primo G7 Cultura della storia, non a caso, si è appena svolto a Firenze ed è stato dedicato alla conservazione e tutela del patrimonio culturale. Ma Firenze non è solo culla del Rinascimento e rivendica ancora una volta di essere città aperta alla storicizzazione e sperimentazione del contemporaneo“.
Fulcro dell’esposizione è il Forte di Belvedere nel quale sono accolte le opere di dodici artisti protagonisti assoluti – se non addirittura pionieri – del contemporaneo. Si tratta di Mario Merz (1925-2003), Giovanni Anselmo (1934), Jannis Kounellis (1936-2017), Luciano Fabro (1936-2007), Alighiero Boetti (1940-1994), Giulio Paolini (1940), Gino De Dominicis (1947-1998), Remo Salvadori (1947), Mimmo Paladino (1948), Marco Bagnoli (1949), Nunzio (1954), Domenico Bianchi ( 1955).
L’esposizione inoltre, per marcare il rapporto delle opere con il tempo presente, la storia passata, gli ambienti e i manufatti più antichi, avrà delle appendici nei più importanti edifici pubblici e museali della città: Palazzo Vecchio e le Gallerie degli Uffizi, Santa Croce e il Museo Marino Marini, il Giardino di Boboli e il Museo Novecento.
La mostra è corredata di un catalogo edito da Forma edizioni, con interventi di Sergio Risaliti (curatore della mostra), Marco Bazzini, Michele Bonuomo, Rudi Fuchs, Giovanni Iovane, Italo Tomassoni si aggiungono i saggi propedeutici dedicati alle singole personalità artistiche firmati da Carolyn Christov-Bakargiev, Valentino Catricalà, Laura Conte, Lorenzo Giusti, Elena Magini, Gianfranco Maraniello, Gaspare Luigi Marcone, Helga Marsala, Arabella Natalini, Bartolomeo Pietromarchi, Ludovico Pratesi, Andrea Viliani.