FIRENZE – Casa Martelli (che fa parte del gruppo Musei del Bargello insieme al Museo Nazionale del Bargello, alle Cappelle Medicee, a Palazzo Davanzati e a Orsanmichele) è stata residenza di un casato illustre per la storia di Firenze e del collezionismo d’arte fin dal XV secolo. La sua preziosa quadreria, esposta in ambienti affrescati da Vincenzo Meucci e Tommaso Gherardini, testimonia il prestigio delle raccolte d’arte con alcuni capolavori di artisti celebri come Mino da Fiesole, Piero di Cosimo, Domenico Beccafumi, Salvator Rosa, Luca Giordano. Acquisito dallo Stato nel 1999, e divenuto nel 2014 parte integrante del gruppo dei Musei del Bargello, il Palazzo conserva alcune suggestive sale, decorate interamente a paesaggio e a imitazione di un giardino d’inverno, che restituiscono il ricordo della vita che si è condotta nella casa fino all’estinzione della famiglia nel 1986.
Il Museo Martelli ha approfittato della chiusura forzata al pubblico degli scorsi mesi, per effettuare dei lavori di ristrutturazione che hanno portato anche a una nuova scoperta. Al piano terra sono infatti tornate alla luce delle preziose pitture e decorazioni murali risalenti ai primi anni dell’Ottocento.
Gli interventi di ristrutturazione e perfezionamento degli ambienti hanno interessato alcuni locali situati lungo via Zanetti (la stessa dove si trova, al civico n. 8, il portone d’ingresso del Museo) che prima della cessione dell’edificio allo Stato erano occupati da attività commerciali. Si tratta di otto sale che erano rimaste ingombre di arredi fatiscenti e residui di lavori edili, con impianti antiquati, oltre a problemi di infiltrazioni e umidità.
Già nel giugno 2019, dopo lo sgombero delle masserizie, nel corso dei saggi di pulitura preliminare sono state riscontrate analogie con le pitture presenti in altre sale visitabili di Casa Martelli. La scoperta ha comportato una rimodulazione del piano di intervento: le pareti sono state completamente ripulite dello strato di intonaco bianco, rivelando due ambienti ornati interamente a paesaggio, dalla base al soffitto, un altro trasformato illusionisticamente in un padiglione di tessuto e i rimanenti decorati con motivi classicheggianti e geometrici.
Dalle prime ricerche svolte emerge la possibilità che questi ambienti possano essere stati dipinti nel 1809 in occasione delle nozze di Niccolò Martelli (1778-1853) con Caterina de’ Ricci per allestire l’appartamento estivo della giovane sposa. Nelle carte d’archivio sono poi registrati i nomi di pittori attivi nella decorazione dei palazzi nobiliari toscani e delle residenze dei re d’Etruria presenti anche in altre sale terrene e al primo piano dell’edificio: il pontremolese Niccolò Contestabili (1759 – 1824), specializzato in questi ”salotti a verzura” di origine francese molto apprezzati, Gaspero Bargioni (notizie 1793-1835), pittore d’ornato iscritto all’Accademia dell’Arte del Disegno e gli ”imbiancatori” Giovanni e Antonio Ciseri.
Proprio in questi giorni si chiudono alcuni lavori che permettono di avere un quadro d’insieme sullo stato dei decori parietali rinvenuti. Tuttavia, per avere un quadro storico artistico più dettagliato di quanto emerso, bisognerà però attendere la chiusura della campagna di restauro delle pitture per il recupero estetico delle decorazioni.
In seguito potranno infine essere avviati i lavori di ristrutturazione che porteranno anche all’allestimento di una caffetteria, di un bookshop, di un archivio e di una sala riunioni.