FIRENZE – Al via il restauro delle “Storie di San Francesco”, il capolavoro di Giotto realizzato nella Cappella Bardi, all’interno della Basilica di San Francesco a Firenze.
Si tratta di un restauro urgente poiché risultano a rischio l’intonaco e la pittura dell’affresco. L’intervento durerà circa tre anni ed è affidato all’Opificio delle Pietre Dure. L’impegno economico complessivo è di circa un milione di euro e vede il concorso della stessa Opera di Santa Croce e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Arpai e Fondazione Cr Firenze interverranno attraverso l’Art Bonus.
Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, annunciando i lavori con Irene Sanesi, presidente dell’Opera di Santa Croce, ha spiegato che il restauro costituisce anche “un’occasione irripetibile per conoscere i segreti dell’artista e delle sue scelte riguardanti le tecniche della pittura murale”.
“Il progetto di restauro rappresenta per l’Opera di Santa Croce un evento unico – ha evidenziato Sanesi – L’Opificio delle Pietre Dure si appresta adesso ad avviare il cantiere che si prospetta complesso e non breve. Proprio per questo con l’Opificio, perché i visitatori e i fiorentini possano continuare a godere degli affreschi, grazie a tecnologie particolari, stiamo programmando i lavori perché siano accessibili dal vivo nel corso del restauro”.
L’intervento prevede due fasi: una campagna diagnostica, non invasiva con le tecniche di indagine più all’avanguardia e poi il restauro conservativo vero e proprio.
Lo straordinario affresco è stato a lungo “cancellato”, rimanendo nascosto per oltre un secolo. Nel 1730 venne coperto di vernice a calce, con la tecnica della scialbatura. Dopo essere stata amata e ammirata per tutto il Rinascimento, infatti la pittura di Giotto finisce per essere considerata fuori moda. Solo successivamente viene ne riscoperta la modernità e la forza comunicativa. Il rinvenimento delle pitture nella Cappella Bardi avviene in modo del tutto fortuito mentre stanno per essere avviati importanti lavori di risistemazione complessiva. La scopritura viene eseguita da Gaetano Bianchi fra il 1850 e il 1853. In occasione della mostra giottesca del 1937 i cicli murali delle Cappelle Bardi e Peruzzi sono stati oggetto di un intervento diretto da Ugo Procacci ed eseguito dalla bottega di Amedeo Benini. A seguire, tra il 1958 e il 1961, decisivo è stato il restauro portato a termine da Leonetto Tintori, sempre sotto la direzione di Ugo Procacci.