FIRENZE – Come è ormai consolidata tradizione di questo museo, la mostra muove dall’esigenza di valorizzare le collezioni della Galleria. Su questa consuetudine, Cecilie Hollberg direttore della Galleria dell’Accademia ha voluto apportare significative innovazioni nella concezione dell’allestimento di grande impatto scenografico, che sottolinea ed enfatizza il percorso artistico del pittore fiorentino. Inoltre, ha voluto innovare il catalogo con una linea editoriale nuova, garantendo interdisciplinarità tra storia dell’arte, organologia e restauro.
La mostra, a cura di Angelo Tartuferi e Lorenzo Sbaraglio, con circa cinquanta opere, viene a colmare una carenza di studi e conoscenza avvertita da tempo nell’ambito degli studi storico artistici. Obiettivo dell’esposizione è quindi quelle di favorire una classificazione critica più adeguata di questa forte personalità artistica del primo Quattrocento, che occupò un ruolo tutt’altro che marginale negli sviluppi della pittura fiorentina del primo Rinascimento e di presentarlo al vasto pubblico affinché ne scopra e apprezzi il linguaggio individuale ed estroso allo stesso tempo, sempre aggiornato sull’attività dei maggiori artisti attivi nel capoluogo toscano nel primo trentennio del XV secolo: da Gherardo Starnina a Lorenzo Monaco e Lorenzo Ghiberti fino a Masaccio, Masolino e Beato Angelico.
Il grande trittico con l’Incoronazione della Vergine e quattro santi della Galleria dell’Accademia è stato sottoposto a un recente restauro appositamente eseguito per la mostra, che ha permesso il recupero dei suoi valori disegnativi e pittorici. Il processo di pulitura ha inoltre riportato al suo originario splendore il bellissimo tappeto su cui poggiano i sacri personaggi. Anche il gradino di base che era stato nei secoli completamente ricoperto dalla sporcizia e dalle ripassature pittoriche, con il recente restauro ha invece rivelato come l’artista avesse dipinto accuratamente anche questa parte, utilizzandola, anzi, per offrire dei brani bellissimi di naturalismo pittorico.
In occasione dell’esposizione entrerà definitivamente nelle collezioni del museo un’altra opera di Giovanni dal Ponte, la Madonna col Bambino in trono, proveniente dalla chiesa di Badia nel cuore di Firenze, ma conservata per moltissimi anni presso la Certosa del Galluzzo, recuperata anch’essa da un ottimo intervento di restauro. Nella tavola l’artista giunge ad interpretare in maniera assai originale i modi di Masolino, celebre compagno di lavoro di Masaccio.
L’ultima fase dell’attività del pittore è documentata in mostra da una serie di opere datate che testimoniano il raggiungimento di un linguaggio molto personale, caratterizzato da forme ampie e solenni, che sembrano coniugare la grande tradizione trecentesca fiorentina con le forme e i moduli rinascimentali ormai pienamente affermati. Si possono ricordare qui il luminoso e ‘neo-trecentesco’ trittico della Badia di Rosano (Firenze) con l’Annunciazione e quattro santi, commissionatogli dalla badessa Caterina da Castiglionchio nel 1434; la grandiosa pala della chiesa di San Salvatore al Monte di Firenze (post 1434) raffigurante la Madonna col Bambino, sei santi e una donatrice.
Tra le prestigiose istituzioni museali che hanno offerto la loro collaborazione alla mostra prestando opere di grande rilievo figurano la National Gallery di Londra, il Museo Nacional del Prado di Madrid, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, il Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford (Connecticut), il Minneapolis Institute of Arts, i Musees Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, il Museo di Baltimora (Maryland), il Fogg Art Museum di Cambridge (Massachusetts), il Philadelphia Museum of Art a Filadelfia (Pennsylvania), il Musee Jacquemart-André dell’ Institut de France di Parigi, il Musee des Beaux-Arts a Digione.
L’allestimento della mostra, progettato dall’architetto Piero Guicciardini, dello Studio Guicciardini-Magni, si caratterizza per la sapiente evocazione scenica delle architetture della Firenze di Giovanni dal Ponte e per la cura delle luci sui fondi oro, che insieme creano effetti di grande suggestione.
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