ROMA – L’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea lancia un grido di allarme e chiede al governo l’attuazione di azioni strategiche e la programmazione di interventi finalizzati al sostegno del sistema dell’arte italiano e in particolare del comparto delle gallerie.
Il presidente Mauro Stefanini e il consiglio direttivo dell’ANGAMC hanno ritenuto urgente rivolgere al ministro della Cultura, Dario Franceschini una richiesta di risposte concrete, a un anno di distanza dalla precedente lettera.
L’Associazione spiega che le gallerie d’arte sono imprese radicate sul territorio, anche in luoghi dove non sono presenti spazi espositivi pubblici dedicati all’arte, che realizzano ogni anno circa 5.000 mostre, dando lavoro ad un numero indicativo di 10.000 operatori (assistenti di galleria, artisti, curatori, restauratori, trasportatori specializzati etc.). Un comparto che genera un ampio volume d’affari, con importanti ricadute anche in altri ambiti economici, come quello alberghiero, ristorativo e fieristico.
I provvedimenti restrittivi, le chiusure degli spazi espositivi e la sospensione degli eventi fieristici hanno compromesso l’attività di moltissime gallerie d’arte, soprattutto del settore contemporaneo che, con la loro attività, sono tra i principali sostenitori dei giovani artisti.
«Quello dell’arte – sottolinea il presidente Mauro Stefanini – è un mercato globale e competitivo in cui l’Italia si è ritrovata spesso ai margini a causa di norme restrittive e anacronistiche già superate in altri paesi concorrenti. Un chiaro esempio ci viene offerto dalle gravi problematiche generate dalla mancata attuazione della riforma introdotta dalla legge 4 agosto 2017 n. 124 (c.d. “Legge Concorrenza”). In questo caso, a fronte di un lodevole tentativo di riforma del settore in senso liberale ed europeo, riscontriamo che gran parte delle indicazioni ivi contenute sono ancora largamente disattese. Ad oggi dilagano molteplici interpretazioni della legge che rendono impossibile operare con chiarezza ed efficacia e producono un considerevole aumento dei contenziosi amministrativi».
Difficoltà già ampiamente segnalate lo scorso marzo al ministro Franceschini da parte dei principali operatori del mercato dell’arte in Italia riuniti in un gruppo di lavoro apposito, denominato “Progetto Apollo”.
Con la nuova lettera inviata al ministro il 14 aprile scorso, l’ANGAMC sottolinea l’urgenza di riprendere un dialogo con le Istituzioni e la politica, ponendo sul tavolo del confronto temi vitali per le gallerie d’arte, come Art Bonus, IVA primo mercato, IVA importazioni, SIAE/diritto di seguito, già in passato sottoposti all’attenzione del Ministero della Cultura.