BERLINO – Dopo oltre un secolo, il mistero del busto di “Flora”, la dea della primavera, esposto dal 1909 al Bode Museum di Berlino come “opera leonardesca”, è stato finalmente risolto grazie alle nuove analisi scientifiche, condotte dagli esperti del Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs).
Dalle indagini è stato appurato che l’autore della scultura non è Leonardo da Vinci (1452-1519) e neppure la sua bottega, bensì un artista, probabilmente attivo in Inghilterra, intorno alla metà del XIX secolo.
Come spiega una nota: “le indagini chimiche e la datazione al carbonio-14, effettuate da un team di scienziati del Cnrs su diversi campioni (presi dalla superficie del busto e dall’interno), hanno permesso di stabilire che l’opera non fu prodotta nel Rinascimento ma nell’Ottocento”.
Lo studio pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” ha dimostrato che la cera utilizzata per realizzare il busto è composta principalmente da balena bianca, o spermaceti, una sostanza estratta dalle teste di alcuni cetacei. Estremamente raro durante il Rinascimento, il bianco di balena era di uso comune nel XIX secolo, quando veniva spesso associato alla cera d’api per la produzione di candele.
L’analisi della cera sul busto ha rivelato che era composto da due materiali, uno di origine marina (bianco balena), l’altro di origine terrestre (cera d’api). Analisi analoghe a quelle del busto di “Flora” sono state effettuate anche su due bassorilievi realizzati da Richard Cockle Lucas nel 1848 e nel 1850, e i risultati concordano: queste sculture sono state realizzate con materiali datati tra il XVIII e il XIX secolo. Il busto del Bode Museum non può, quindi, essere di Leonardo da Vinci e nemmeno essere stato eseguito durante il Rinascimento.
Il busto di Flora fu esposto al Kaiser Museum di Berlino (ora Bode Museum) nel 1909. La raffigurazione fu annunciata come una delle poche sculture sopravvissute di Leonardo. Fu lo stesso Wilhelm Bode, direttore dei musei di Berlino, a creare l’enfasi intorno a quella spettacolare statua, che fu acquistata a Londra per 185.000 marchi.
Lo storico dell’arte tedesco affermò convinto che si trattava di un’opera originale di Leonardo da Vinci, come testimoniava, a suo parere, il sorriso enigmatico della dea, la grazia della sua postura, la modellazione della carne e il trattamento virtuoso dei drappi. Ma l’entusiasmo non durò a lungo e le prime voci di impostura scossero l’ambiente culturale e museale europeo.
Molti giornali e specialisti riportarono una tesi molto diversa da quella di Bode, affermando che il busto in realtà sarebbe stato opera di Richard Cockle Lucas (1800-1883), un artista, copista e restauratore britannico, che avrebbe prodotto regolarmente sculture in cera, avorio o marmo, ispirandosi a dipinti di antichi maestri. Suo figlio, Albrecht Durer Lucas, dichiarò nel 1910 di aver aiutato suo padre a realizzare quel busto intorno al 1846, realizzando lui stesso un disegno preparatorio sulla base di un lavoro di un seguace di Leonardo.
Il caso divenne ovviamente imbarazzante e il Bode Museum decise di indagare. Wilhelm Bode rimase, tuttavia, convinto fino alla sua morte dell’autenticità dell’opera, mentre per cento anni gli specialisti si sono divisi e interrogati sull’attribuzione.
Il mistero si chiude, dunque, solo oggi nel 2021.