ROMA – Frammenti di storia lontana che ricordano molto da vicino le dinamiche della pandemia da Covid-19, comprese anche le reazioni delle popolazioni tra scetticismo, scoramento e fiducia, sono raccolti nel volume “Epidemie e antichi rimedi tra le carte d’archivio”, edito dal Ministero della Cultura. Si tratta di un lungo percorso a ritroso, ricco di immagini e di testimonianze, reso possibile dalla Direzione Generale Archivi.
A curarne l’introduzione è stato lo stesso ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha osservato come “tanti contenuti scritti nel libro sono utili nel presente. Si può imparare molto dal passato, per esempio distanziamento e mascherine non sono un’invenzione di oggi”.
Sfogliando le pagine del testo ecco le varie epidemie che si sono diffuse nel corso della storia raccontate, non nella tradizionale forma narrativa, ma attraverso i documenti d’archivio: la peste, il colera, il vaiolo, l’influenza spagnola del XX secolo, gli ultimi casi di peste bubbonica alla fine della seconda guerra mondiale.
Vi si ritrovano i divieti di circolazione, i provvedimenti delle autorità pubbliche per arginare il diffondersi dei contagi, le relazioni ufficiali sulla salute pubblica, le patenti di sanità per le navi, gli editti locali e nazionali, i biglietti anonimi che accusavano le autorità di avere intenzionalmente diffuso l’epidemia. Tra le carte del volume anche i documenti redatti dai notai ai moribondi e le incisioni raffiguranti santi protettori come Sant’Eustachio invocati dai fedeli per guarire le infezioni.
Il volume parla anche di progetti di ampliamento per gli ospedali, di cure, di rimedi, di dispute scientifiche, di locandine promozionali della vaccinazione, del sostegno delle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali come la Croce Rossa, dei successi degli studi e delle ricerche e, infine, del sollievo per aver raggiunto l’unico traguardo desiderato: il proclama di fine epidemia e la ripresa della vita sociale.
Come spiegato da Anna Maria Buzzi, direttrice generale Archivi d’Italia, nell’introduzione del volume, il progetto ha l’ambizione di essere “un potente antidoto alla paura e al disorientamento del presente, e la guida sicura che può orientarci nell’immaginare il futuro”.