MILANO – Saranno 90 fotografie a documentarne la portata rivoluzionaria nell’ambito della moda, del costume e della musica a Londra, ma non solo. “Era un modo diverso di pensare e di essere. Era provocatorio”, scrive Sheila Rock, la fotografa che si era trasferita da New York a Londra proprio per documentare il punk.
Era il 1976 quando i Sex Pistols gridavano “I wanna be Anarchy, in the City” indossando camicie strappate e abiti con borchie acquistate da SEX, il negozio di Malcom Mc Laren, l’ideatore dei Sex Pistols, e della sua compagna Vivienne Westwood.
Tra i fan dei Sex Pistols, Siouxsie Sioux, Jordan, Debbie, Billy Idol, Soo Catwoman, Adam Ant formavano il “Bromley Contingent”, il gruppo che li seguiva in ogni situazione. Insieme rappresentavano la reazione agli anni della depressione inglese e anche una risposta, giovane e spontanea, al rigido formalismo di allora.
Il percorso espositivo della mostra è suddiviso in due parti con le fotografie di Simon Barker (Six), Dennis Morris, Sheila Rock, Ray Stevenson, Karen Knorr, Olivier Richon; disegni, collage e grafiche di Jamie Reid e una sezione speciale dedicata ai video e alle fotografie di John Tiberi. E a proposito di Jamie Reid, artista che ha “disegnato” il Punk, è proprio lui che nel 1977, curando l’immagine grafica dei Sex Pistols, cattura “God Save the Queen” il ritratto della regina pubblicato sul Daily Express in occasione del giubileo reale. Dopo centinaia di prove, la regina “sbarrata” viene pubblicata sulla copertina del nuovo disco dei Sex Pistols, che venderà 25.000 copie, un numero astronomico per i tempi.
Vademecum
Galleria Carla Sozzani
Punk in Britain
dal 12 giugno al 28 agosto 2016
tutti i giorni, ore 10.30 – 19.30
mercoledì e giovedì, ore 10.30 – 21.00
Info: www.galleriacarlasozzani.org