MILANO – “Immunoterapia oncologica: tra visione, realtà e prospettive future” è la mostra itinerante, promossa da Roche, realizzata in collaborazione con gli alunni di IED – Istituto Europeo di Design e con la consulenza scientifica di alcuni dei massimi esperti in materia: Alberto Mantovani, Immunologo e Direttore scientifico di Humanitas, Docente di Humanitas University, Michele Maio, Oncologo, Professore ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Siena, Direttore del Centro di Immuno-Oncologia e del reparto di Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Oncologia, Responsabile SSD Oncologia Polmonare – AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, Presidente di WALCE Onlus.
Al centro di questa insolita esposizione è “l’immunoterapia dei tumori”, che rappresenta l’innovazione più significativa nel trattamento del cancro. “Oggi sappiamo che i tumori non sono tutti uguali e che il cancro è una malattia con una forte componente genetica dovuta ad un accumulo di mutazioni del DNA capaci di far impazzire la cellula e farla replicare all’infinito” – ha affermato Alberto Mantovani, Immunologo e Direttore scientifico di Humanitas, Docente di Humanitas University. “Proprio in virtù della sua instabilità genetica il tumore si comporta come un bersaglio mobile, capace non solo di manipolare le difese immunitarie per creare intorno a sé un microambiente ideale per crescere e proliferare, ma anche di modificarsi in risposta ai farmaci, intesi come chemioterapia e terapie mirate.”
“Nei tumori per i quali abbiamo dati sull’efficacia a lungo termine del trattamento (almeno 5 anni dall’inizio della terapia) sappiamo che circa il 40% dei pazienti trae beneficio clinico dall’immunoterapia, ma è bene considerare che si tratta solo di un punto di partenza e che la strada che si apre davanti è ancora lunga e complessa. – Ha spiegato Michele Maio, Oncologo, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Siena, Direttore del Centro di Immuno-Oncologia e del reparto di Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena. “È proprio su uno dei tumori considerati tra i più letali e difficili da trattare, il carcinoma polmonare, che l’immunoterapia si è dimostrata particolarmente efficace offrendo speranze concrete ad una popolazione di pazienti che fino a pochissimo tempo fa ne aveva poche, come i pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC), la tipologia più comune che rappresenta circa l’85% dei casi. In questi pazienti l’immunoterapia ha mostrato risultati sorprendenti consentendo un miglioramento significativo della sopravvivenza. Risultati che hanno portato anche alla recente approvazione del farmaco immunoterapico atezolizumab nel trattamento del tumore al polmone non a piccole cellule in prima linea e nel microcitoma, un’area in cui esiste ancora un altissimo unmet need”.
“L’immunoterapia sta in effetti cambiando l’approccio terapeutico ad alcune malattie oncologiche. Ai benefici clinici dell’immunoterapia si aggiunge anche un vantaggio in termini di qualità di vita, permettendo una migliore gestione dei sintomi che, nel caso dei pazienti con patologia polmonare oncologica, sono spesso invalidanti”. – sottolinea Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Oncologia, Responsabile SSD Oncologia Polmonare – AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, Presidente di WALCE Onlus.
“L’immunoterapia sta determinando un vero cambio di paradigma nel trattamento dei tumori, e lo sviluppo di farmaci immunoterapici innovativi, come atezolizumab, ha permesso di migliorare significativamente la sopravvivenza di pazienti affetti da diversi tipi di tumore. L’innovazione non può prescindere dall’ascolto e dalla collaborazione con i pazienti e da una corretta informazione. È proprio su queste basi che nasce questo progetto che ci auguriamo possa avvicinare sempre di più il grande pubblico ai progressi della medicina” – ha concluso Anna Maria Porrini, Direttore Medico di Roche in Italia.
Partendo da queste premesse è stato realizzato il progetto degli alunni IED, chiamati a reinterpretare con il linguaggio dell’arte il meccanismo di azione e l’impatto per i pazienti di questa straordinaria scoperta.
Serena Sala, sociologa e docente IED ha quindi spiegato: “Abbiamo partecipato con entusiasmo a questo progetto convinti di poter dare un contributo importante alla divulgazione di questa straordinaria scienza sfruttando il potere comunicativo delle immagini. Attraverso fotografie e illustrazioni i giovani designer hanno, infatti, dato forma all’immunoterapia oncologica superando il concetto di malattia-paziente-cura per dare centralità alla persona, quale protagonista del percorso di cura”.
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