MILANO – Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano da tempo cerca di valorizzare il “lavoro dietro le quinte”, offrendo ai visitatori l’opportunità di conoscere attività difficilmente accessibili come il restauro, in un’ottica di maggiore consapevolezza del patrimonio culturale e del ruolo delle istituzioni che di esso si prendono cura.
Il progetto, finanziato da Fondazione Atlante, coinvolge il Museo del Novecento, proprietario della scultura, e il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia che da anni affronta con i Restauratori in residence di Strati complessi casi di studio, restituendoli alla città con eventi dedicati. Si affiancheranno inoltre, con le loro specifiche competenze, l’Università di Milano Bicocca per le indagini scienti?che, la società Expotrans per le movimentazioni, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con la sua funzione di tutela. Coinvolta anche la Fondazione Marino Marini per la valutazione congiunta dell’uniformità del restauro rispetto ai precedenti interventi su opere dell’artista.
La scultura in pietra calcarea, dallo stile particolarmente arcaicizzante, fu realizzata da Marino Marini tra il 1932 e il 1933. L’opera raffigura una donna con le braccia protese in avanti, in dimensioni superiori al naturale (2,30 metri). Il fatto singolare che caratterizza quest’opera è che nel Secondo Dopoguerra si era persa ogni traccia della sua attribuzione e della sua provenienza e quando fu rinvenuta, abbandonata, in un deposito di macerie nei pressi del quartiere milanese del QT8 , il fotografo Mario De Biasi ne documentò negli anni la storia, ribattezzandola “La Donnina di Milano” e seguendo le sue vicende, comprensive di una prima caduta che ne spezzò le braccia. La scultura fu utilizzata dai ragazzini per arrampicarvisi o come panchina per ritrovo di innamorati, divenendo testimone della trasformazione del quartiere fino al 1967, quando De Biasi pubblica un volume fotografico intitolato proprio “La donnina di Milano”, con contributi di scrittori tra i quali Giorgio Bocca e Piero Chiara. Fu allora che Gualtieri di San Lazzaro, nel suo catalogo generale di Marino Marini, pubblicato tre anni dopo nel 1970, per la prima volta identificò la scultura come opera dell’artista, segnalandola con il titolo “Piccolo angelo” e indicando erroneamente l’appartenenza alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. In seguito all’identificazione, la “Donnina” venne spostata ai Giardini Perego, nel centro di Milano, per entrare ufficialmente nelle Collezioni Civiche nel 1992.
Attualmente l’opera si trova in una condizione conservativa alquanto grave essendo frammentata in diversi pezzi in seguito a una caduta accidentale avvenuta presumibilmente negli anni ‘90. Inoltre il tipo di materiale utilizzato per la sua realizzazione non favorisce certamente il suo stato di conservazione. Al momento attuale non è stato ancora possibile definire se i frammenti della scultura siano totalmente conservati o se vi siano state delle perdite di materiale. Alcune parti durante la seconda caduta devono essere state sottoposte a tale stress da polverizzarsi, è dunque plausibile l’ipotesi della presenza di lacune che potrebbero trovarsi in posizione strutturale, ad esempio sulle caviglie. Inoltre poiché l’opera è stata esposta in esterno, sulle superfici sono presenti depositi coerenti e croste nere con relative zone di dilavamento e distacchi della sezione più esterna della pietra.
L’intervento di restauro sarà dunque volto a restituire quanto più possibile unità all’opera utilizzando criteri di compatibilità e minimo impatto possibile. Verrà primariamente effettuata una pulitura, le superfici saranno micro-aspirate a secco per eliminare la notevole quantità di polveri presenti nella porosità della pietra. Saranno quindi rimossi i depositi sulla superficie. La scelta del corretto metodo sarà valutata a seguito dei test preventivi.
Seguirà l’assemblaggio dei vari pezzi, saranno dunque valutate le sezioni di frattura in funzione di un eventuale consolidamento della pietra con trattamento chimico. Per assemblare i frammenti di grandi dimensioni sarà necessario avvalersi di una struttura che permetta la perfetta calibrazione delle inclinazioni e delle altezze.
Infine le integrazioni saranno realizzate con malte idonee e la finitura delle stuccature sarà decisa in accordo con la Soprintendenza e la committenza anche in base alla loro estensione complessiva.
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Vademecum
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Dove siamo: Ingresso Via San Vittore 21 – 20123 Milano
Orario Invernale: da martedì a venerdì 9.30-17 | sabato e festivi 9.30-18.30. Chiuso 24, 25 dicembre e 1 gennaio.
Biglietti d’ingresso
intero 10,00 € | ridotto 7,50 € per giovani sotto i 25 anni; adulti accompagnatori (max 2 persone) dei minori di 14 anni; persone oltre i 65 anni; gruppi di almeno 10 persone; giornalisti in visita personale dietro presentazione del tesserino dell’Ordine dei Giornalisti in corso di validità e compilando il form di accredito; docenti delle scuole statali e non statali; convenzioni |
speciale 4,50 € per gruppi di studenti accompagnati dall’insegnante previa prenotazione.
Ingresso gratuito per: visitatori disabili e accompagnatore; bambini sotto i 3 anni; giornalisti che stanno realizzando un servizio sul Museo, accreditati in precedenza.
Non è possibile acquistare il biglietto per la visita guidata all’interno del sottomarino Enrico Toti e del simulatore di volo in elicottero, separatamente da quello del Museo.
Biglietti online
Sul sito del Museo è possibile acquistare il biglietto d’ingresso al Museo – intero o ridotto, il biglietto per il sottomarino Enrico Toti e per il simulatore di volo in elicottero.
www.museoscienza.org | info@museoscienza.it | T 02 48 555 1