VENEZIA – L’International Council of Museum scrive una lettera aperta ai membri del consiglio di ammministrazione della Fondazione Musei civici di Venezia per sollecitare la riapertura dei musei prima del 1 di aprile 2021.
L’Icom Italia ha, infatti, più volte ribadito “l’importante ruolo sociale del museo”, individuandolo come “un servizio pubblico essenziale per le popolazioni”.
Per questo – si legge nella lettera – l’Icom “ha sollecitato anche recentemente il governo ad autorizzarne l’apertura al pubblico appena vi siano le condizioni di sicurezza sotto il profilo sanitario – in particolare nei territori nei quali sia consentita la mobilità delle persone – lasciando ai rispettivi organi di governo, di concerto con i direttori, la valutazione complessiva della sostenibilità economica e dell’opportunità con riferimento al contesto sociale e ambientale, e la definizione di modalità d’ingresso e tariffe particolari per visite e servizi, il lancio di campagne di informazione e di progetti innovativi per accrescere il coinvolgimento delle comunità di prossimità nella vita del museo”.
L’Icom ha inoltre raccomandato “di assicurare per quanto possibile, anche durante la pandemia, la continuità delle altre funzioni fondamentali del museo, in primo luogo la conservazione (sicurezza degli immobili e delle collezioni, monitoraggio delle condizioni ambientali, manutenzione e restauro), ma anche la ricerca, la catalogazione e la digitalizzazione dei beni esposti o conservati nei depositi, la programmazione di attività educative, l’eventuale ripensamento degli allestimenti e degli strumenti di comunicazione – anche attraverso un più ampio utilizzo delle tecnologie digitali – la progettazione di esposizioni temporanee e altre iniziative da realizzare quando si attenuerà l’attuale situazione di emergenza”.
La lettera invita dunque la Fondazione Musei civici di Venezia a “compiere ogni sforzo” affinché “negli istituti siano garantite le funzioni essenziali e siano predisposte azioni utili alla futura ripresa, grazie all’apporto dei professionisti museali”, e in particolare “siano prese in considerazione possibilità di apertura, sia pure parziale e graduale, dei musei, anche prima del 1° aprile, trasformando i fattori di criticità legati al crollo del turismo internazionale in un’occasione positiva di riscoperta e di affezione dei veneziani al loro patrimonio artistico, bibliografico, naturalistico, progettando attività che possono sembrare poco redditizie dal punto di vista economico, ma che consentono di rafforzare il tessuto culturale e relazionale, contribuendo a creare una identità umana e civile più forte di questa città unica al mondo per la sua bellezza e la sua storia”.
“Naturalmente – scrive ancora l’Icom – siamo consapevoli che per i Musei di particolare attrattività turistica, quali i Musei veneziani, la drastica diminuzione delle entrate derivanti dai biglietti d’ingresso crei problemi particolarmente gravi sotto il profilo economico-finanziario, nonostante il governo abbia previsto ristori per compensarne le perdite” – afferma Icom sottolineando però che – “la stessa Fondazione ribadisce nel suo statuto la volontà di garantire la pubblica fruizione dei Musei civici veneziani, e s’impegna a promuovere la partecipazione dei residenti”.
In seguito alla lettera di Icom, il segretario della Fp-Cgil di Venezia, Daniele Giordano, stigmatizzando ancora una volta la scelta dell’amministrazione comunale di mettere in cassa integrazione tutto il personale della Fondazione in attesa che il turismo possa almeno in parte ripartire, scrive su twitter: “Speriamo che l’ennesimo appello autorevole convinca Luigi Brugnaro a un ripensamento immediato delle sue scelte. Deve riaprire subito la Fondazione Musei. La cultura è un servizio pubblico”.