RIMINI – “Io, Pier Paolo Pasolini” è il titolo della mostra ospitata dal 20 al 25 agosto 2021 al Meeting di Rimini. Un’occasione per approfondire la poetica pasoliniana attraverso un percorso pensato “non per parlare di Pasolini, ma per sentir parlare Pasolini”.
Una performance ininterrotta
Sarà possibile ascoltare la sua voce e, attraverso una performance in sei atti, assistere a una lettura ininterrotta per oltre dieci ore al giorno di libri e raccolte di Pasolini. In alcune fasce stabilite nella giornata, la parola pasoliniana rivivrà grazie alla lettura integrale di alcuni libri e raccolte d’articoli, affidata a giovani attori italiani, che si avvicenderanno in una catena ideale lungo i giorni, creando appuntamenti fissi per il pubblico internazionale che si collegherà.
Il flusso di oltre 50 ore di performance, per 6 giorni consecutivi, sarà arricchito anche da ospiti speciali. Verranno coinvolti lettori appassionati, uomini e donne di cultura, poeti e giornalisti, musicisti e cantanti, medici e scienziati, di ogni sensibilità e categoria, che interverranno dalla mostra e da tutto il mondo con la propria voce, leggendo un brano di Pier Paolo Pasolini a loro caro.
Sei atti riassumono il pensiero pasoliniano:
“È difficile dire con parole di figlio” Le origini e la madre
Il rapporto con sua madre è la chiave per introdurre il personaggio, le sue origini friulane, il trasferimento a Roma e la sua formazione.
“Il patrimonio della poesia popolare anonima” La storia e la città degli uomini
L’attenzione di Pasolini per il patrimonio artistico italiano, per la sua integrità ma anche la difesa della sua centralità nella formazione delle nostre coscienze, nascono dal suo interesse artistico, dispiegato nella sua attività di pittore e disegnatore, e accesosi negli anni dell’Università a Bologna, grazie al suo professore, il grande critico Roberto Longhi.
“Manca sempre qualcosa” La religiosità di Pasolini e il Vangelo secondo Matteo
Un tema cardine per cogliere la complessità di Pasolini è il suo rapporto con la fede o, meglio, con Cristo. Il suo Vangelo secondo Matteo era stato giudicato da «L’Osservatore Romano», il miglior film mai fatto sulla figura di Gesù. Del film vengono presentati alcuni passaggi chiave in una speciale proiezione immersiva che vuole rendere omaggio alla celebre opera dell’amico Fabio Mauri che coinvolse lo stesso Pasolini in una performance.
“Il modo di essere uomini” Il vero fascismo è l’omologazione
Seguire gli occhi e la mente di Pasolini che si muovono sul paesaggio, sulla città, attraverso la sua storia, apre le menti dello spettatore sui piani antropologici, storici, architettonici e sociali della città e della sua espressione profondamente umana. Quello di Pasolini è un grido d’allarme, contro chi minaccia l’uomo e la società, corrodendola dall’interno, è la denuncia profetica e innamorata che hanno reso indispensabile la sua parola.
“Non si può scindere l’amare dal capire” Il risveglio del popolo e Gennariello
“Chi invece protesta con tutta la sua forza, anche sentimentale, contro il regresso e la degradazione, vuol dire che ama quegli uomini in carne e ossa. Amore che io ho la disgrazia di sentire, e che spero di comunicare anche a te”. Con brevi spezzoni di interviste e brani, verrà evocata la potenza educativa di Pasolini, attraverso i celebri articoli raccolti in Scritti corsari a Lettere luterane, che si aprivano con l’emblematico trattatello pedagogico Gennariello, contro l’omologazione, per la libertà dell’uomo.
“Distruggere e annientare quella solitudine” Il saluto di Giovanni Testori
Il finale spetta allo scritto di Testori per la morte di Pasolini (“Espresso”, 1975) “Così chi ha voluto veramente e totalmente la vita può trovarsi più presto degli altri dentro le mani stesse della morte che ne farà strazio e ludibrio. A meno che il dolore non insegni la ‘via crucis’ della pazienza. Ma è una cosa che il nostro tempo concede?”