ROMA – E’ stata inaugurata il 18 aprile la mostra Elica Balla, l’arte in tempo di guerra. Dipinti, testimonianze e diari di Casa Balla, visitabile fino al 16 maggio 2019 alla Casa della Memoria e della Storia di Roma.
L’esposizione, a cura di Bianca Cimiotta Lami e Simone Aleandri, è un insolito racconto della vita familiare e delll’attività artistica di casa Balla attraverso i dipinti, le testimonianze e gli scritti di Elica, la minore delle due figlie di Giacomo Balla, già autrice di un prezioso libro biografico dal titolo Con Balla, pubblicato in tre volumi da Multhipla Edizioni, tra il 1984 e il 1986.
I racconti di Elica si intrecciano con alcuni episodi legati al tempo dell’occupazione nazista di Roma, di cui la giovane registra, accanto alle crude e inevitabili testimonianze di atrocità, anche lo spirito ironico e sdrammatizzante con cui il popolo romano riusciva a scherzare anche sugli eventi bellici.
Elica racconta di strade deserte, rastrellamenti, linee telefoniche intasate, spari, caos, paura, “gli aeroplani volavano sulla città nera…, c’era il coprifuoco alle cinque del pomeriggio, c’era la fame e il freddo…, gli allarmi che non si riuscivano più a contare…“, ma anche di episodi che la coinvolgono personalmente, come quello del suo arresto, al Parco di Vejo nei pressi di Grottarossa, dove insieme al padre e alla sorella sono scambiati per spie mentre dipingono all’aperto. Solo l’intervento dell’Accademia Nazionale di San Luca garantì per gli artisti, scongiurando il peggio.
E poi c’è casa Balla, la variopinta casa-studio del grande futurista. Qui negli anni della guerra le due figlie dell’artista, pur non rinunciando alla pittura all’aperto, si dedicano a un costante ed intimo lavoro di reciproci ritratti ed autoritratti. A queste opere in mostra è riservato uno spazio speciale.
In esposizione è possibile ammirare anche un misterioso quadro raffigurante un uomo mentre scrive a macchina con un curioso gioco di sovrapposizione delle dita. Si tratta di un’opera sul cui retro emerge una pittura coperta da uno strato di vernice rossa su cui Elica inscrisse firma e datazione dell’opera dipinta sul lato opposto. Non ancora studiata dagli specialisti del settore, l’opera, allo stato attuale, è di incerta attribuzione, considerando che la casa studio di Balla era frequentata e visitata da una moltitudine di artisti. I curatori hanno però scelto di illustrare, attraverso immagini e relative spiegazioni, il lavoro scientifico che ha permesso la scoperta dell’inaspettato quadro e la rimozione della pellicola pittorica che ne celava l’esistenza e ora ne restituisce, attraverso un attento lavoro di pulitura, la visibilità.
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Vademecum
ELICA BALLA, L’ARTE IN TEMPO DI GUERRA
Dipinti, testimonianze e diari di Casa Balla
a cura di Bianca Cimiotta Lami e Simone Aleandri
18 aprile – 16 maggio 2019
Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5 – 00165
INGRESSO LIBERO;
lun-ven ore 9.30/20 060608 – 06.6876543
www.comune.roma.it