MILANO – Il primo ottobre, negli spazi del Mudec, il Museo delle Culture di Milano, prendono il via due esposizioni dedicate ai rapporti tra il Giappone e l’Europa. Si tratta di un progetto ampio ed articolato che coinvolge tutti gli spazi del museo ed è coordinato da un importante staff scientifico compostoda esperti internazionali: i conservatori del Mudec e della Galleria d’Arte Moderna, dal professore Flemming Friborg e dallo staff di 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore.
La prima esposizione “Impressioni d’Oriente. Arte e Collezionismo tra Europa e Giappone” approfondisce le dinamiche dei variegati interscambi artistici tra Europa e Giappone a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
La mostra esamina i temi-chiave e le correnti che hanno animato l’interesse per il Giappone e il Giapponismo negli ambienti artistici, letterari e filosofici. Particolare attenzione è riservata anche al contesto di relazioni commerciali e avventure imprenditoriali. Viene inoltre approfondita la relazione tra l’arte europea e giapponese per capire fino a che punto il Modernismo ha fatto uso di stili e tecniche “giapponesi” nella sua ricerca di nuovi linguaggi e strumenti per aprirsi al futuro in un mondo in rapido cambiamento.
Il percorso espositivo presenta opere di diverse scuole e movimenti artistici giapponesi tra 1890 e 1930 raramente esposte o contestualizzate. Si focalizza quindi sui maggiori artisti che hanno subito il fascino del “giapponismo”, tra questi Rodin, Van Gogh, Gauguin, Fantin-Latour, Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, Vincenzo Gemito, Federico Zandomeneghi e Giovanni Segantini.
La seconda mostra, dal titolo “Quando il Giappone scoprì l’Italia. Storie d’incontri (1585-1890)”, ricostruisce invece i primi rapporti tra l’Italia e il paese del Sol Levante. Il percorso è suddiviso in due sezioni: la prima, dedicata a “Ito Mancio e le ambascerie giapponesi 1585 – 1615” , racconta gli inizi della mutua conoscenza tra i due paesi, che risalgono alla mediazione dei missionari Gesuiti. In questa sezione viene esposto, per la prima volta in Europa, il celeberrimo ritratto di Ito Mancio, realizzato da Domenico Tintoretto.
La seconda sezione, dal titolo “Un Museo giapponese in Lombardia”, dedicata alle collezioni giapponesi raccolte dal conte Giovanni Battista Lucini Passalacqua e ora appartenenti al MUDEC, presenta il periodo di riapertura dei porti giapponesi, sul finire del diciannovesimo secolo, e il conseguente rinnovato interesse, commerciale e culturale, verso questo paese.
Entrambe le esposizioni rimarranno aperte fino al 2 febbraio 2020.