ROMA – In una lettera datata 2 settembre 2019, il ministro dei Beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli, si rivolge ai dipendenti del suo dicastero, osservando che la recente riorganizzazione del Ministero ha suscitato reazioni “che mi inducono a pensare che non tutti abbiano letto il testo in maniera approfondita”.
“Innanzitutto – scrive Bonisoli – va precisato che non si tratta di una ‘riforma’ o ‘controriforma’, ma di alcune necessarie modifiche che ogni organizzazione complessa è tenuta dinamicamente ad introdurre per poter funzionare al meglio”.
Il ministro sottolinea che non corrisponde al vero, “come scritto da alcuni giornali”, “che vi sia stata una ‘accelerazione’ in conseguenza della crisi di governo”. Bonisoli precisa dunque che è stato fatto tutto “regolarmente e non è avvenuto né in sordina né di corsa”. La riorganizzazione “è stata frutto di un esercizio trasparente, iniziato nel settembre 2018 attraverso una serie di incontri con soprintendenti, segretari regionali, direttori di musei, biblioteche e archivi”.
Il Ministro cerca quindi di fare chiarezza sui cambiamenti introdotti, rivendicando il metodo utilizzato.
“Si è deciso di rivedere, con spirito critico, ma costruttivo, le trasformazioni organizzative introdotte a partire dal 2014 – continua – puntando a migliorare le capacità di gestione. Di qui la revisione di talune linee di comando tra il centro e il territorio, la riconfigurazione del segretariato generale e delle modalità di interazione con i musei autonomi, il rilancio delle politiche di digitalizzazione e innovazione tecnologica per promuovere formazione e ricerca, la valorizzazione delle forme di creatività contemporanea, attraverso una maggiore attenzione al mondo delle arti applicate tra cui la moda e il design”.
Per quel che concerne la riorganizzazione dei musei, Bonisoli afferma che “l’autonomia non solo resta, ma viene aumentata attraverso provvedimenti che non intaccano l’autonomia finanziaria, né il principio della individuazione dei Direttori tramite procedure che consentano di individuare candidati in possesso delle competenze necessarie per gestire un’istituzione museale moderna, intervenendo diversamente sulla governance in termini di semplificazione e razionalizzazione declinati secondo il principio dell’articolo 9 della Costituzione”.
Bonisoli conclude che il Mibac “è pronto a raccogliere queste sfide, proseguendo negli sforzi già avviati, primo fra tutti quello relativo alle nuove assunzioni di personale, rovesciando il trend degli ultimi anni”. Per questa ragione “oltre al bando pubblicato il 9 agosto scorso per 1.052 unità in area II, sono già in corso le procedure per assumere 28 dirigenti e 4.375 unità in area II e III, tramite concorsi da bandire entro dicembre 2019”.
Il testo integrale della lettera è pubblicato sul sito del Mibac.