SAN PIETROBURGO – “La Madonna della Loggia” di Sandro Botticelli (1445-1510), già ospitata alla Galleria Nazionale Primorye di Vladivostok, dopo aver attraversato la regione dell’Estremo Oriente russo, è arrivata a San Pietroburgo dove, dal 17 novembre 2019 e fino al 19 febbraio 2020, è esposta nella sala di Leonardo da Vinci in assenza dei capolavori del Genio del Rinascimento: la “Madonna Benois” e la “Madonna Litta”. Le due opere sono infatti esposte attualmente in Italia, nell’anno delle celebrazioni di Leonardo.
La mostra russa è curata da Tatiana Kustodieva e Zoya Kuptsova del dipartamento dell’arte figurativa occidentale dell’Ermitage.
Accanto al dipinto di Botticelli è esposta un’icona greca che appartiene alla stessa tipologia iconografica. Si tratta dell’icona “Madre di Dio Eleousa (della Tenerezza)” della seconda metà del XV secolo. La mostra ci parla, in tal modo, di due diverse linee di sviluppo della pittura, presentando due correnti parallele, la maniera greca e la maniera latina. Questi termini, che indicano icone dipinte secondo la maniera rigorosamente greca o quella latina moderna, apparvero nel XV secolo negli ambienti professionali di artisti e antiquari. L’icona dell’Ermitage è un chiaro esempio di maniera greca.
“Questa mostra – ha dichiarato da San Pietroburgo il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – ribadisce l’amicizia e la collaborazione non solo tra Italia e Russia, ma anche tra le massime istituzioni culturali dei nostri Paesi. In questo caso gli Uffizi e l’Ermitage suggellano una tradizione già stabilita da secoli: Firenze ha ripetutamente accolto Dostoevskij, che tra il 1868 e il 1869 terminò il suo romanzo ‘L’idiota’ mentre alloggiava davanti a Palazzo Pitti. E nello stesso palazzo, già residenza dei Granduchi, verrà inaugurata a Natale la nuova sede della prestigiosa collezione di icone russe appartenenti alle Gallerie degli Uffizi. Invito il pubblico italiano e russo a venire a vedere queste opere meravigliose, che vennero acquistate già dai Medici e poi dai granduchi di Asburgo Lorena”.
La mostra è accompagnata da un catalogo i cui saggi sono a cura di Maria Sframeli, Daniela Parenti e Tatiana Kustodieva.