MODENA – Inaugura il 15 novembre la mostra “Yael Bartana. Cast Off”, a cura di Chiara Dall’Olio. Nata nel 1970 a Kfar Yehezkel in Israele, Yael Bartana oggi vive e lavora fra Berlino, Tel Aviv e Amsterdam.
L’esposizione, che si sviluppa su due piani di Palazzo Santa Margherita, presenta una serie di installazioni video e fotografiche dell’artista, il cui lavoro, intrecciando realtà e finzione, ruota attorno alle tematiche dell’identità, del rito, dello stato-nazione.
“Partendo dallo stile documentarista dei suoi primi lavori – afferma Chiara Dall’Olio – Yael Bartana è poi passata nella seconda metà degli anni Duemila a creare azioni, rituali collettivi, storie, che pur essendo verosimili, sono in realtà finzioni filmiche, allargando al contempo lo sguardo al mondo europeo, in cui oggi vive”. “L’ambiguità presente in queste video installazioni – prosegue la curatrice – è quella del confine fra realtà e finzione, ma è anche la mescolanza fra uno stile documentario e una modalità di ripresa tratta dai film della propaganda sionista degli anni Venti e Trenta, con momenti che possono risultare quasi ironici, fino alle ultime opere che portano all’estremo un’estetica raffinata e minimalista, ma al contempo densa di stratificazioni di significati e simbologie”.
Il percorso espositivo apre con il video in bianco e nero The Recorder Player from Sheikh Jarrah, girato nel 2010, in occasione di una protesta pacifica durante la quale una manifestante suona un flauto dolce davanti a una fila compatta di militari israeliani. Si prosegue con il video del 2017 Tashlikh (Cast Off). Il titolo Tashlikh – che letteralmente significa gettar via – fa riferimento a un’antica pratica dell’Ebraismo, durante la quale i peccati dell’anno precedente sono simbolicamente rappresentati da un oggetto, che viene gettato nell’acqua corrente.
Nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita è installata la doppia proiezione di Summer Camp / Avodah del 2007, nel quale l’artista riprende l’estetica del film Avodah, diretto nel 1935 da Helmar Lerski, che esortava gli ebrei a tornare in Patria dove edificare una ideale nazione sionista. Bartana ne ribalta la prospettiva e presenta un’opera nella quale racconta la ricostruzione di una casa palestinese – distrutta dalle autorità Israeliane – da parte degli attivisti del Comitato Israeliano Contro la Demolizione delle Case.
Il video A Declaration del 2006 documenta invece una messa in scena, la sostituzione della bandiera israeliana – presente su uno scoglio della baia di Jaffa – con un albero di ulivo. L’ulivo è un simbolo di pace e allo stesso tempo un emblema nazionale sia della Palestina che di Israele, ma questa azione è anche provocatoria perché ricollega anche all’ideale sionista del lavorare la terra. Come racconta la stessa Bartana “l’opera nasce dal mio bisogno di agire, di cambiare la realtà, combinando la sperimentazione del linguaggio cinematografico dei primi film della propaganda sionista”.
Daniele Pittèri, direttore generale di Fondazione Modena Arti Visive, sottolinea come “il complesso lavoro di Yael Bartana, al di là del valore intrinseco delle singole opere, pone sotto una diversa luce concetti quali ‘identità’, ‘memoria collettiva’, ‘ritualità’, ‘appartenenza’, ‘nazione’, termini, oggi, abusati, non solo perché usati troppo o a sproposito, ma anche perché semanticamente violentati. Bartana – conclude Pittèri – offre la possibilità di confrontarsi con questi concetti, di considerarli ex-novo, di provare a rivalutarli in una prospettiva e in una dimensione strettamente connesse all’essere e all’agire umani”.
Vademecum
YAEL BARTANA. Cast Off
Modena, Palazzo Santa Margherita
Sala Grande e Sale Superiori
Corso Canalgrande 103
15 novembre 2019 – 13 aprile 2020
Orari
Mercoledì-giovedì-venerdì: 11-13 / 16-19; sabato, domenica e festivi: 11-19
Aperta 25 dicembre e 1 gennaio: 16-19
Ingresso
Intero € 6,00| Ridotto € 4,00
Ingresso libero: mercoledì | prima domenica del mese
Informazioni
Tel. +39 059 2032919 | www.fmav.org