LUCCA – E’ stata riconsegnata dai Carabinieri del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze al Museo Castello Malaspina una cassapanca in noce del XVI secolo, decorata nella parte anteriore con due maschere, rubata dal Castello nella notte tra il 30 ed il 31 ottobre 1980.
L’opera è stata riconsegnata mercoledì 19 giugno al sindaco di Massa, Francesco Persiani dal comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, maggiore Lanfranco Disibio.
L’indagine è stata avviata, nell’aprile 2016, a seguito della localizzazione a Londra, presso una nota casa d’aste, di un coltello asportato dal Museo Stibbert di Firenze nel 1977. L’attività investigativa ha portato i militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze ad eseguire tre perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria nelle abitazioni di altrettante persone residenti nelle province di Reggio Emilia e Forlì.
Durante lo svolgimento di una di queste perquisizioni, è stata fotografata la cassapanca recuperata nell’abitazione di un professionista emiliano.
Il successivo accertamento, presso la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, ha permesso di individuare la cassapanca come quella asportata dal Castello Malaspina di Massa nella notte tra il 30 ed il 31 ottobre1980. Il bene è stato sequestrato su ordine della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia. Il professionista è risultato estraneo agli illeciti avendo ricevuto la cassapanca in eredità dal defunto padre.
Il maggiore Disibio ha spiegato: ”L’importanza della catalogazione dei beni d’arte nonché le indispensabili fotografie degli stessi che alimentano la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati al mondo di opere d’arte rubate gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, si confermano come indispensabile ausilio alle indagini che unito all’impegno, alla determinazione ed alla professionalità dei militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, permettono, come in questo caso, di individuare opere rubate anche a distanza di molti anni dagli eventi delittuosi”.