MESSINA – Dopo i lavori di restauro e dopo i ritardi dovuti a diversi problemi burocratici riapre il Museo Regionale di Messina. Il nuovo plesso, uno dei più grandi del Mezzogiorno, inaugura con una mostra sui luoghi e i miti del Mediterraneo, che espone anche pezzi del Mart di Rovereto, dal titolo Mediterraneo Luoghi e miti Capolavori del Mart, allestita nella sede storica, ex Filanda. Il nuovo spazio che si trova accanto alla precedente area espositiva dell’ex Filanda si estende per circa 4800 metri quadri, ospitando 8000 opere.
Il progetto di ristrutturazione è stato finanziato con fondi europei e realizzato con due cantieri aperti nel 2013. Dai lavori è stato ricavato uno spazio destinato alle mostre temporanee mentre un’ala dell’antica filanda è stata destinata all’esposizione di una grande patrimonio artistico.
Gianfranco Anastasio, progettista e direttore dei lavori ha spiegato: “L’edificio è stato trasformato nella sua configurazione spaziale interna, rimodulando parte del percorso espositivo e dell’ordine strutturale delle sale. Il nuovo plesso è stato adeguato tecnologicamente ai massimi standard museali internazionali”.
L’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità siciliana Carlo Vermiglio ha invece dichiarato: “Abbiamo voluto condividere con i cittadini di Messina questo ultimo capitolo di una complessa vicenda avviata felicemente alla conclusione. Il nuovo museo racconta la storia di una città perduta nel sisma del 1908, ne racchiude la memoria e l’identità, ricostruisce come in un articolato palinsesto le vicende storiche e artistiche che hanno segnato Messina nel dialogo con i centri artistici dell’Italia e l’Europa. E’ inoltre un’occasione di riscatto per la città, culla di artisti che hanno scritto pagine importanti della storia di Messina dal Medioevo al Novecento. – Ha sottolineato Vermiglio -. Sarà reso fruibile un ingente e prezioso patrimonio culturale tra cui spiccano le opere di Antonello da Messina e di Caravaggio. E’ anche attraverso questo legame con la città che il museo potrà diventare il traino e il punto focale per un rilancio di questo territorio, promuovendo nuovi modelli di sviluppo e un’economia della cultura al passo con le sfide della società contemporanea”.
Il Museo infatti, come ricordato appunto dall’assessore Vermiglio, è sorto dopo il terremoto del 1908 e contiene quasi ottomila opere d’arte e numerosi pezzi di architettura urbana sopravvissuti al terremoto, finora depositati all’esterno della struttura. Tra le opere più importanti spiccano due tavole di Antonello da Messina, “La resurrezione di Lazzaro” di Caravaggio, la statua del Nettuno di Montorsoli allievo di Michelangelo, un’edicola del XV secolo attribuita a Antonello Gagini recuperata dalla chiesa di San Francesco. Ma non solo. Il nuovo plesso, suddiviso in nove sezioni espositive, organizzate cronologicamente dal Medioevo al Primo Novecento, racconta la storia della città attraverso più di 300 opere di scultura, pittura, oreficeria, arredi liturgici, paramenti, volumi e documenti d’archivio e si conclude simbolicamente con un dipinto del 1907 di Salvatore De Pasquale.
Il museo si distingue per una cospicua collezione archeologica che racconta la storia e la cultura dell’antica Zancle – Messana, fondata nella seconda metà del VIII sec.a.C. dei Greci calcidesi. Il nucleo più antico è costituito da materiali dell’ottocentesco Museo civico Peloritano, cui si aggiunsero, negli anni della Ricostruzione dopo il sisma del 1908, i rinvenimenti nei cantieri edilizi della città, grazie all’attività di illustri archeologi. Tra i reperti più preziosi, la statua di Igea, dea della salute, rinvenuta nel 1915 nell’area di una casa romana, nei pressi del Duomo. Uno dei reperti più interessanti è il cosiddetto ‘Ritratto di stratega’, ritenuto replica di epoca romana di un originale di ‘stile severo’ in bronzo databile entro il V secolo a.C. o rielaborazione classicista, o ancora un ritratto retrospettivo colto del I secolo d.C. E’ inoltre possibile ammirare anche un ambiente dedicato ai recuperi subacquei dove è esposto un famoso rostro, concesso dalla soprintendenza del mare.