MILANO – Con la mostra Giacomo Leopardi. Infinito Incanto, ospitata dal 9 novembre 2019 all’8 febbraio 2020, presso la Biblioteca Sormani, la città di Milano rende omaggio al grande poeta a duecento anni dalla composizione de L’Infinito, che proprio a Milano trovò la sua prima veste tipografica sulla rivista Il Nuovo Ricoglitore, edita da Antonio Fortunato Stella.
L’esposizione, a cura di William Spaggiari, professore ordinario di Letteratura italiana dell’Università degli Studi di Milano, intende focalizzare l’attenzione sul significato della città nell’esperienza poetica e filosofica leopardiana.
Intorno ai vent’anni, infatti, il poeta sentì il bisogno di lasciare Recanati, ormai vissuta come prigione, per poter frequentare gli ambienti culturali più prestigiosi del suo tempo. Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Roma e Napoli accolsero Leopardi e furono lo scenario di importanti incontri nonché fonte di ispirazione della sua produzione letteraria.
Milano, in particolare, fu oggetto di un giudizio ambivalente da parte dal poeta: da un lato risulta bersaglio di critiche severe che investono addirittura le abitudini alimentari degli abitanti, ma dall’altro è considerata meta ideale per poter realizzare il sogno di gloria letteraria.
“Io vivo qui poco volentieri – scriveva Leopardi in una lettera a Carlo Antici nell’ agosto 1825 – e per lo più in casa, perché Milano è veramente insociale, e non avendo affari, e non volendo darsi alla pura galanteria, non vi si può fare altra vita che quella del letterato solitario”.
“La mostra – spiega il curatore – consente di ripercorrere i momenti del breve, ma fondamentale rapporto di Leopardi con Milano”. Leopardi – aggiunge – affidava all’opera letteraria in verso e in prosa, ai carteggi con i familiari e gli amici, alle pagine segrete dello “Zibaldone” le riflessioni sulla fisionomia e i caratteri del cittadino civilmente consapevole, sulla “forma” reale (perché verificata nei fatti) degli agglomerati cittadini, o su ciò che questi ultimi avrebbero dovuto essere
Il percorso espositivo è composto da edizioni a stampa e da manoscritti dalle raccolte della Biblioteca, da lettere autografe di Giacomo Leopardi all’editore Antonio Fortunato Stella, provenienti dalla Biblioteca Nazionale Braidense, da una lettera di Pietro Brighenti, corrispondente bolognese del poeta e confidente segreto della Polizia Austriaca con il nome in codice di Luigi Morandini, proveniente dall’Archivio di Stato di Milano, nonché da un ricco apparato iconografico costituito da dipinti e da stampe che ritraggono luoghi, personaggi e momenti della Milano ottocentesca, provenienti dalla Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco, dalle Civiche Raccolte Storiche Palazzo Morando Costume Moda Immagine e Palazzo Moriggia Museo del Risorgimento e dalla Casa del Manzoni.
Una sezione, curata dall’Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina Società del Giardino, propone anche una serie di traduzioni in milanese de L’Infinito realizzata da “I Poeti della Meneghina”.
A corollario della mostra sono previsti anche una serie di incontri volti ad approfondire i temi della mostra. Il primo si svolgerà il 22 novembre alle ore 17,30 nella sala del Grechetto, di Palazzo Sormani, sede della Biblioteca.
Vademecum
Dall’8 novembre 2019 all’8 Febbraio 2020
Milano, Biblioteca Sormani
via Francesco Sforza 7
Catalogo Silvana Editoriale