TORINO – Sulla base di quanto trovato su stele e papiri, sono state selezionate alcune delle essenze che questo antico popolo utilizzava: il loto, simbolo di fertilità e fecondità, che veniva spremuto principalmente per uso cosmetico; la menta selvatica, usata durante i riti funerari; alcune spezie come dragoncello, cumino e coriandolo, la cui esistenza è testimoniata dai reperti alimentari provenienti dalla Tomba di Kha; in ultimi, l’incenso e la mirra fragranze particolarmente pregiate utilizzate soprattutto nei templi.
Nella cultura faraonica la cura del corpo e l’esaltazione della bellezza avevano molta importanza. Le pratiche di cosmesi avevano finalità terapeutiche, ma anche simboliche; si fondavano, infatti, sul desiderio di preservare il corpo dalla dissoluzione del tempo, mirando all’ immortalità. In questa prospettiva gli antichi abitanti della Valle del Nilo impararono sin da subito a sfruttare le preziose proprietà degli elementi presenti in natura, elaborando rimedi talvolta straordinariamente efficaci, talvolta fantasiosi e creativi. Unguenti e olii profumati erano considerati preziosi nella cura del corpo, mentre, le resine profumate, bruciate durante le cerimonie religiose e funerarie, favorivano il passaggio nell’Aldilà. Durante la visita, il pubblico, avrà quindi, l’opportunità di vivere un’esperienza unica grazie ad una significativa selezione di oggetti e particolari scenografie olfattive messe a disposizione da Ariaprofumata e IFF International Flavour & Fragrances Inc.
Sabato 28 aprile è inoltre prevista una visita guidata a partire dalle ore 18.30, per conoscere la storia dei preziosi reperti custoditi nelle sale del Museo.
Il percorso proposto attraverserà tutti gli spazi espositivi, guidando i partecipanti alla scoperta dei passaggi fondamentali dello sviluppo storico e cronologico dell’antica civiltà nilotica: un vero e proprio salto nel tempo che offre la possibilità di conoscere i misteri, l’arte e la cultura dell’Antico Egitto.
Il pubblico potrà, inoltre, visitare la mostra “Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo”. Il progetto espositivo – realizzato dal Museo Egizio in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, i Musei Reali e il Centro Scavi dell’Università degli Studi di Torino – indaga un argomento quanto mai delicato e attuale come quello della distruzione consapevole del patrimonio culturale, invitando alla riflessione sull’importanza della sua tutela e conservazione.