ROMA – L’esposizione suggella un nuovo ciclo pittorico dell’artista che, dopo aver “liquefatto” corpi e riempito lo spazio di acqua, arriva ora a deformare le architetture delle chiese barocche romane. L’artista affronta un itinerario suggerito dallo scrittore Francesco Mandica (autore di File urbani, RadioTre) che comprende alcune chiese come San Francesco a Ripa, Santa Maria delle Vittorie, Sant’Ignazio e da questo nascono dieci opere in cui lo spazio e le strutture architettoniche vengono distorte, deformate, fluidificate in grafica digitale, fino a ri-creare una sintesi di visione ed emozione al tempo stesso.
Le chiese barocche vengono trasformate dall’arte di Rotiroti in opere pittoriche contemporanee che mettono in scena una teatralità così eccessiva da essere degne della migliore pittura Barocca. Come scrive Paolo Aita: “Con la pittura e Nicola Rotiroti siamo anche costretti a domandarci cosa vediamo, poiché il colore è sapientemente irreale, mimetico in quantità controllata e misurata, eccessivo con una ponderata dose di esagerazione; fino a giungere al monocromo: la dimostrazione che tutta la pittura è, tragicamente, finzione”.
Ci troviamo di fronte a una esuberanza inventiva, a uno spazio saturo e osmotico, dove il vuoto non esiste, dove tutto si fluidifica e scivola nell’altro. La composizione si espande, si contrae creando un effetto dinamico di forte impatto emozionale, che sazia i nostri sensi e il nostro immaginario. Scrive ancora Aita: “Con Nicola Rotiroti siamo di fronte a uno spazio sintetico e plastico, dove l’ambiente assume le caratteristiche di ciò che si trova dentro di esso, dove lo spazio sembra accolga condutture di sangue, e sembra irrorato di sangue per quanto possa essere carnale” e poi ancora “queste opere sono arene per elementi, tavolozze di spazi, misture di cognizioni, uno spazio reso fondente dalla pittura”.
Con Rotiroti insomma lo spazio barocco si amplifica al massimo grado, uno spazio gremito che integra architettura e pittura, vuoto e solido, accentuato dai colori scuri esaltati ancor più dal contrasto generato dall’uso della foglia d’oro. Con la luce piatta della foglia d’oro dialogano sia le bicromie della serie in bianco e nero, sia i colori carnosi e vascolarizzati della grande tela centrale.
La mostra è corredata da un catalogo a cura di Paolo Aita – Edizioni P.S. – con un romanzo breve dal titolo:”1,1,3 stella” scritto da Nicola Rotiroti e Giulio De Martin, con introduzione di Francesco Mandica.
Vademecum
“Lo Re” a cura di Paolo Aita
Fino al 10 Giugno 2016
Roma, Rosso20sette ArteContemporanea, VIA DELL’ORSO 27 ( Piazza Navona)
Ingresso gratuito
Info: +39 06 64761113
info@rosso27.com:
http://www.rosso27.com