NINANANA una stanza per Casanova piccola, ma suggestiva esposizione di Giuseppe Salvatori, ha riaperto dopo le chiusure imposte dall’emergenza covid-19 l’Antica Fornace del Canova. Un gioco di emozioni visive, letterarie e musicali che è tornato a dare aria e luce ad una delle gallerie d’arte più suggestive di Roma, gli spazi espositivi nel cuore della città che furono fucina del lavoro del maestro di Possagno.
Recuperati agli inizi degli anni 2000 dall’Associazione Canova 22 da un vecchio magazzino in disuso del Comune di Roma, gli spazi vennero riadattati per una nuova funzione espositiva, svelando, grazie alle carte e ai documenti recuperati al Catasto, l’originale vocazione di fornace dove Canova cuoceva i suoi prototipi. «Scoprimmo con sorpresa che quegli spazi erano appartenuti allo scultore – racconta Fiorenza d’Alessandro, coreografa e fondatrice di Canova22 che promuove progetti artistici, tra formazione e professione nell’ambito delle performance e del video, organizzando anche corsi di avviamento professionale delle arti e dello spettacolo. – Decidemmo di valorizzare in qualche modo questa sua vocazione artistica con un restauro che rispettasse il più possibile la forma originale dello spazio. Era uno spazio davvero unico, realizzato con mattoncini cotti del ‘400 che abbiamo voluto conservare per quanto possibile». L’artista veneto ebbe una lunga frequentazione con Roma, dove arrivò per la prima volta nel 1779 e dove si trasferì stabilmente qualche anno dopo. E proprio la zona dell’attuale via di Ripetta, le piccole strade che si snodavano in quella che era allora un’arteria cittadina, accolsero i suoi diversi studi, spazi espositivi e spazi in cui accoglieva i suoi allievi per dargli modo di produrre i loro primi lavori sotto la sua guida. Fra questi spazi, una volta inglobati fra le antiche strutture che divennero la sede del vecchio ospedale cittadino San Giacomo, c’era anche la sua fornace. «Un luogo antico e magico – aggiunge ancora la d’Alessandro – dove lo scultore veneto forgiava i bozzetti per le sue opere. Già allora ritrovo di artisti, ora l’associazione Canova 22 ne ha ripreso lo spirito e ha reso la galleria una riconosciuta sede di progetti contemporanei che abbracciano tutte le espressioni: arti visive, danza, teatro, musica, cinema».
Oggi la Fornace del Canova accoglie il visitatore con un suggestivo ambiente a cupola caratterizzato da un foro centrale. Gli spazi bianchi si alternano alla cascata di mattoncini originali preservati dalla ristrutturazione, quasi a richiamare l’antica vocazione originaria, e accolgono fino al 29 maggio le ultime creazioni di Giuseppe Salvatori per una piccolissima ma intensa mostra che espone «un grande dipinto a tempera su tavola, quasi una gondola che si culla con una Canzon veneziana, scivolando nell’ambiguità seduttiva di Giacomo Casanova verso Nana, la dama alla quale è dedicata la lirica settecentesca. Volti che si percepiscono nell’opera esposta, seguendo una illusione in bianco e nero».
Il pittore romano ha raccolto la fascinazione di una lirica settecentesca del Casanova, “I sette capitali”, un testo curioso che ritrae i vizi in una donna, Nana appunto. «In realtà Giuseppe Salvatori, che nella sua opera segue spesso un filo letterario, ha scoperto la corrispondenza con la Canzon soltanto dopo aver realizzato il suo lavoro, come racconta Emanuele Trevi in un testo scritto per l’occasione». Ma la fascinazione emerge «nel grande dipinto su tavola, unico come la sua forma, essenziale come la materia stesa, la tempera, dove il bianco e il nero lasciano affiorare sagome a rilievo tono su tono, e in un breve tratto rivelano il chiaro fondo ligneo».
INFO
NINANANA una stanza per Casanova
Aperta fino al 29 maggio tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00
Antica Fornace del Canova
via Antonio Canova, 22 – Roma
Tel. 06.3202845
{igallery id=9221|cid=2248|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}