ROMA – Sono state diffuse nei giorni scorsi le immagini che testimoniamo le distruzioni avvenute a Palmira. I pareri, a dire il vero sono stati spesso discordanti, c’è chi ha visto solo l’immagine di una devastazione desolante, mentre per molti esperti sembra che i “danni siano addirittura minori del temuto”. Il direttore delle antichità siriane Maamoun Abdulkarim ha infatti dichiarato: “Ci aspettavamo di peggio dopo la battaglia, ma l’incubo è finito e la fotografia generale ci restituisce una città in buone condizioni”. Cominceranno quindi presto i lavori per la sua ricostruzione.
Intanto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni parlando ai giornalisti che hanno chiesto informazioni rispetto alla disponibilità del nostro Paese a intervenire per il restauro del sito archeologico siriano, ha dichiarato: “L’Italia è pronta, aspettiamo una chiamata dell’Unesco”. L’Italia, ha ricordato il titolare della Farnesina, ha costituito lo scorso 16 febbraio la task force Unite4Heritage, ”caschi blu” per la cultura” disponibili a intervenire su richiesta dell”Unesco. Per questo, spiega Gentiloni, “noi siamo pronti”. L’Unesco ha fatto i primi sopralluoghi nel sito siriano dopo la cacciata dello Stato Islamico e ora farà le sue richieste ai paesi che possono intervenire. Fra questi, ha sottolineato il ministro, L’Italia può vantare “una leadership” negli interventi dei restauro.
Intanto anche la Russia, in particolare il museo dell’Ermitage, forte anche di una importante collezione di sculture e tombe di Palmira, si è detto pronto a contribuire al restauro di Palmira. Il direttore del museo di San Pietroburgo, Mikhail Piotrovski sarà infatti l’incaricato dell’aiuto russo per restituire il volto originario a Palmira. “Restaurare Palmira è responsabilità di tutti”, ha affermato in una intervista con l’Afp indicando una delle sale dell’Ermitage dove sono esposti fragmenti di sculture, nove pietre tombali, vari oggetti fra i quali delle monete, tutti originari di Palmira. “Restaurare Palmira è un lavoro di ampio respiro e la cosa importante è darsi il tempo necessario”, ha sottolineato Piotrovski, secondo il quale, i danni causati dall’Isis alle rovine di Palmira interessano fino al 70% del sito. “Bisogna tenere in considerazione dove è stata trovata ciascuna pietra prima di prendere una decisione sul modo di restaurare questi monumerni storici”, ha spiegato. Solo una “società internazionale” con la partecipazione dei Paesi membri dell’Unesco e il direttore delle Antichità siriane Maamoun Abdelkarim può portare a un restauro di successo di Palmira”, ha specificato ancora il direttore del celebre museo russo, prima di ricordare il recente appello di Abdelkarim agli “archeologi e esperti del mondo intero a venire a lavorare con lui perché questo sito fa parte del patrimonio mondiale dell’umanità”. Per quanto riguarda il contributo russo, Piotrovski ha sottolineato come la Russia abbia “molta esperienza sul restauro di monumenti storici distrutti, come ha dimostrato all’indomani della Seconda guerra mondiale.
Intanto sul caso Palmira è intervenuto nei giorni scorsi anche Francesco Rutelli, in una intervista rilasciata al quotidiano francese “Le Figaro” al quale ha spiegato: “A Palmira si procederà a un restauro e a ricostruzioni tradizionali. Abbiamo il materiale sul posto, le pietre. E le conoscenze. L’obiettivo è di cancellare il passaggio distruttore di Daesh (Isis) e di tornare indietro di un anno, all’inizio del 2015”. “Il vero obiettivo di Daesh – ha spiegato Rutelli, parlando in qualità di politico impegnato in prima fila per la protezione internazionale dei siti archeologici in pericolo – è di far scomparire ogni diversità culturale anteriore o posteriore al VII secolo, quello del Profeta. Sostenendo che tutto quello fatto prima o dopo va contro la sua volontà”.
Rutelli ha quindi ribadito la proposta dei “caschi blu della cultura”, un reparto altamente specializzato con il compito di “seguire la situazione di ogni sito sensibile, lottare contro il traffico illecito con l’aiuto di corpi speciali come i carabinieri italiani incaricati della protezione delle opere d’arte, l’unità meglio addestrata al mondo oggi per individuare le transazioni illecite su internet, in particolare su eBay”.