ROMA – Si deve riconoscere merito alla Festa del cinema di Roma, che più di altre grandi rassegne cinematografiche ha incluso l’arte, permettendo al grande pubblico la riscoperta del vero significato e della storia anche di tesori già noti al subliminale del pubblico attraverso la pubblicità. Così è per il documentario di Francesco Fei “Pellizza Pittore da Volpedo”.
Molti ricorderanno un quadro, icona delle classi lavoratrici, chiamato Il Quarto Stato, pochi lo avranno accostato al nome di Giuseppe Pellizza, nato nel 1868 a Volpedo, comune di attuali 1170 abitanti in provincia di Alessandria. Firmatosi, esercitando la professione di pittore, Pellizza Da Volpedo, come a suo tempo Leonardo Da Vinci.
I suoi erano contadini agiati che, pur se il figlio non continuava la tradizione di imprenditore, non ne osteggiarono la vocazione artistica. Giuseppe frequentò la scuola tecnica di Castelnuovo Scrivia dove apprese i primi rudimenti del disegno. Frequentò a Milano l’accademia di Brera, nella quale per la prima volta espose nel 1885.
Proseguì il tirocinio formativo a Roma da cui deluso si spostò a Firenze, nella cui Accademia di Belle Arti divenne allievo di Giovanni Fattori. Dopo ulteriori studi a Bergamo e a Genova, tornò a Volpedo dove sposò una contadina analfabeta nel 1892, Teresa Bidone, che fu il pilastro della sua vita. Nello stesso anno aggiunse Da Volpedo al suo nome.
Nel 1898 Bava Beccaris – tristemente famoso per aver represso i moti di Milano contro le condizioni di lavoro e l’aumento del prezzo del pane durante il governo del Regno d’Italia – causò 83 morti, evento che influì sulla sensibilità di Pellizza Da Volpedo e ne aumentò l’esigenza di perfezionare il Quarto Stato, al quale lavorava da lungo tempo.
Terminò la grande tela, dopo dieci anni di studi e fatiche nel 1901, avendovi investito tantissimo, anche dal punto di vista economico perché gli abiti ben confezionati dei tanti contadini da lui ritratti, li aveva comprati a spese sue: con evidenza si augurava l’avanzare di una classe lavoratrice vestita di tutta dignità verso un futuro di eguaglianza.
Il Quarto Stato, esposto l’anno successivo alla Quadriennale di Torino, non ottenne il riconoscimento sperato dall’autore, scatenò anzi polemiche e persino sconcerto presso molti dei suoi amici. Deluso, Pellizza da Volpedo finì per abbandonare i rapporti con molti letterati e artisti dell’epoca con i quali già da tempo intratteneva fitti scambi epistolari.
Nel 1907, l’improvvisa morte durante il parto della moglie e del figlio che non superò le dodici ore, gettò la già sensibile natura dell’artista in una profonda crisi depressiva e poco dopo, all’età di soli trentanove anni, Giuseppe Pellizza pittore da Volpedo si suicidò, impiccandosi nel suo studio.
Nel documentario “Pellizza pittore Da Volpedo”, il regista Francesco Fei ci rende visibili ed emotivamente empatici i luoghi nei quali l’artista ha vissuto e lavorato e, grazie all’ occhio evidenziatore della macchina da presa, ci svela i particolari dei suoi dipinti, le profondità psicologiche e le complesse tecniche con le quali rappresentava il mondo rurale. Pellizza da Volpedo fu dapprima un pittore cosiddetto divisionista, poi esponente della corrente sociale.
Fabrizio Bentivoglio ci restituisce con voce affascinante le poesie, le riflessioni di Pellizza Da Volpedo, che esprime l’universale non detto che è in ciascuno. I pensieri trasposti nei suoi bellissimi quadri.
Il documentario si inserisce all’interno di un progetto più ampio di celebrazione e approfondimento della figura di Giuseppe Pellizza da Volpedo, promosso da METS Percorsi d’Arte e dalla GAM di Milano.
Dal 1° novembre 2024 al 6 aprile 2025, il Castello di Novara ospiterà una mostra intitolata Paesaggi. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo, che presenterà circa 80 capolavori, esplorando l’evoluzione della pittura di paesaggio tra Piemonte e Lombardia dall’Ottocento al Novecento.
Il percorso di celebrazioni terminerà nell’autunno del 2025 a Milano con una grande mostra monografica, che si terrà presso la GAM (Galleria d’Arte Moderna), dove è custodito Il Quarto Stato, il capolavoro che meglio rappresenta il messaggio sociale e politico dell’artista.
Data di uscita:N.D.
Genere: Documentario
Anno:2024
Regia: Francesco Fei
Attori: Fabrizio Bentivoglio
Paese:Italia
Durata:75 min
Sceneggiatura: Francesco Fei, Consuelo Moschella
Fotografia: Paolo Rapalino
Montaggio: Enrico Giovannone
Musiche: Luca Borgia
Produzione: Apnea Film