NAPOLI – Sono tornati alla luce dalle ceneri, due corpi di pompeiani travolti dalla furia dell’eruzione del 79 d.C. Nel mese di novembre, infatti, nonostante la chiusura del Parco, le indagini di scavo sono proseguite e hanno portato alla luce questi due eccezionali resti, con molta probabilità un ricco pompeiano e il suo schiavo. Grazie alla tecnica calcografica ci viene restituita l’immagine di due fuggiaschi con dettagli impressionanti, dai panneggi degli antichi abiti romani alle vene delle mani.
Il ritrovamento è avvenuto nella villa suburbana del Sauro Bardato a Civita Giuliana, dove uno scavo in corso dal 2017 ha già riportato alla luce i resti di una lussuosa abitazione che, con una grande terrazza panoramica, dominava il Golfo di Napoli e di Capri. Proprio sotto questa terrazza, nel criptoportico, sono stati trovati i corpi dei due fuggiaschi.
La prima vittima è, quasi certamente, un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56 metri. Ha il capo reclinato, con i denti e le ossa del cranio ancora parzialmente visibili; indossa una tunica corta, di lunghezza non superiore al ginocchio, di cui è ben visibile l’impronta del panneggio sulla parte bassa del ventre, con ricche e spesse pieghe. La presenza di una serie di schiacciamenti vertebrali, inusuali per la giovane età del ragazzo, fa pensare che potesse svolgere lavori pesanti, per questo motivo si pensa che fosse uno schiavo.
Durante la realizzazione di questo primo calco, la scoperta delle ossa di un piede ha rivelato la presenza di una seconda vittima, in una posizione completamente diversa rispetto alla prima. Il volto è riverso a terra, a un livello più basso del corpo, e il gesso ha delineato con precisione il mento, le labbra e il naso, mentre si conservano parzialmente a vista le ossa del cranio. L’abbigliamento è più articolato e si conservano impronte di tessuto ben visibili riconducibili a un mantello in lana fermato sulla spalla sinistra. La robustezza del corpo, soprattutto a livello del torace, suggerisce che si tratti anche in questo caso di un uomo, però più anziano rispetto al primo, con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 1,62 metri.
Il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, a proposito del rinvenimento, ha dichiarato: “Uno scavo molto importante quello di Civita Giuliana perchè condotto insieme alla Procura di Torre Annunziata per scongiurare gli scavi clandestini e che restituisce scoperte toccanti. Queste due vittime cercavano forse rifugio nel criptoportico, dove invece vengono travolte dalla corrente piroclastica alle 9 di mattina. Una morte per shock termico, come dimostrano anche gli arti, i piedi, le mani contratti. Una morte che per noi oggi è una fonte di conoscenza incredibile”.
“Questa scoperta straordinaria – ha commentato il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini – dimostra che Pompei è importante nel mondo non soltanto per il grandissimo numero di turisti ma perchè è un luogo incredibile di ricerca, di studio, di formazione. Sono ancora più di venti gli ettari da scavare, un grande lavoro per gli archeologici di oggi e del futuro”.