ROMA – Sono stati consegnati questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i Premi “Presidente della Repubblica” per l’anno 2015 dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Nazionale di San Luca e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Sono intervenuti il Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Maestro Michele dall’Ongaro, il Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca, Maestro Gianni Dessì e il Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, prof. Alberto Quadrio Curzio.
Nel corso della cerimonia il Capo dello Stato ha consegnato il Premio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia al Maestro Riccardo Muti, il Premio dell’Accademia Nazionale di San Luca al Maestro Luigi Ontani, e il Premio dell’Accademia Nazionale dei Lincei al prof. Luca Bindi.
Sono state inoltre consegnate, dal Presidente della Repubblica, le Borse di Studio in memoria del Maestro Goffredo Petrassi al Maestro Gabriele Cosmi, e in memoria del Maestro Giuseppe Sinopoli, al Maestro Maria (detta Masha) Diatchenko.
Erano presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, la Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, Flavia Piccoli Nardelli, e altre autorità politiche e del mondo accademico e della cultura.
“La cultura, l’arte, il pensiero – ha ricordato il Presidente Mattarella – prosperano e si sviluppano quando una società è capace di sostenere le sue eccellenze e, al tempo stesso, di approfondire la conoscenza, di ampliare le opportunità per i propri giovani, e per i cittadini di ogni ceto sociale. Talvolta questi processi vengono intesi come estranei tra di loro. Sono, invece, complementari; e possono divenirlo sempre di più”. “La democrazia ha un dovere in questo senso: ha l’esigenza di far crescere la cultura, di valorizzare l’arte e la musica, di investire nella ricerca e nel sapere, sia puntando verso l’alto -nella competizione e nel confronto con il mondo intero- sia espandendo la propria base. Non è un caso che la Costituzione contenga, tra i suoi principi fondamentali, un impegno solenne per promuovere la cultura e la ricerca”. “A ben guardare, è in gioco – ha sottolineato ancora il Capo dello Stato – la qualità e l’essenza stessa della democrazia. Lo comprendiamo bene in una stagione quale quella che attraversiamo, in cui siamo chiamati ad affrontare cambiamenti profondi, di portata globale, che mettono in discussione la coesione e i modelli sociali, e ci pongono domande che vanno anche oltre la dimensione culturale toccando le stesse radici antropologiche”. “La cultura, l’arte, la ricerca – comprese le strade aperte da quelle avanguardie che le vostre Accademie esprimono – sono quindi essenziali – ha detto il Capo dello Stato – alla tenuta di società complesse come le nostre, ancor più di quanto lo fossero in passato quando i ritmi di mutamento erano più lenti. Non comprenderlo, o pensare che la cultura sia indifferente allo sviluppo sociale, e anche economico; o, ancor peggio, che sia irrilevante rispetto ad essi, è un errore che certo voi non commettete”. Mattarella ha inoltre sottolineato l’importanza dell’interdisciplinarietà, “una sfida cui non ci si può sottrarre, particolarmente nel nostro tempo. La velocità dei processi induce all’iper specializzazione, e ciò aumenta l’importanza dei supporti tecnici, dell’intelligenza artificiale, della robotica. Si tratta di potenzialità straordinarie a disposizione dell’umanità. Di strumenti preziosi e indispensabili”. “Ma resta il tema di guidare i processi verso la sostenibilità e la giustizia, di cogliere sempre la ricchezza e la creatività dell’animo umano, di indirizzare la forza della modernità verso la tessitura di una comunità più equilibrata e coesa. C’è insomma – ha infine concluso Mattarella – un contenuto, e una speranza, di umanesimo nell’interdisciplinarietà, nell’unicità del sapere”.