COSENZA – È stato restaurato il Codex Purpureus Rosseanensis, evangelario miniato su fogli di pergamena color porpora. Si tratta probabilmente del libro illustrato più antico della storia, un tesoro fragilissimo e di inestimabile valore che dal 2015 è stato inscritto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Un manoscritto in lingua greca in caratteri onciali, ovvero in maiuscolo, datato tra il V e VI secolo, ritrovato nel 1879 all’interno della sacrestia della Cattedrale di Maria Santissima Achiropita di Rossano da Adolf von Harnack e pubblicato subito dopo da Oscar von Gebhardt. Il codice, originario della Siria o dell’Anatolia, sarebbe arrivato in Calabria probabilmente con i monaci in fuga dalla furia iconoclasta, tra l’ottavo e il nono secolo.
Il manoscritto, di 188 pagine, riporta testi in oro ed argento ed è impreziosito da 15 pagine miniate, accompagnate in calce di cartigli descrittivi, che illustrano i momenti più significativi della vita e della predicazione di Gesù, di cui alcune costituiscono tra le prime e più preziose rappresentazioni della figura di Pilato, raffigurato come un giudice canuto.
Dal 2 luglio questo preziosissimo gioiello, conservato in una teca climatizzata, sarà esposto al pubblico nelle sale del Museo Diocesano di Rossano Calabro. Il delicato restauro effettuato, dall’Istituto Centrale per il Restauro e dall’Istituto per Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (Icrcpal), ha permesso che, dopo due lunghi anni di analisi e indagini nei laboratori romani, questo tesoro cartaceo possa tornare ad essere ammirato e apprezzato grazie anche a un moderno allestimento multimediale.