ROMA – Laser e radiazioni ionizzanti per la conservazione dei beni culturali. Si tratta di un’applicazione innovativa che potrebbe davvero aprire a nuove prospettive e soluzioni nel campo del restauro. A portare avanti le ricerche, che potrebbero contribuire fattivamente alla valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale, è l’ENEA. Otto tecnologie di diagnostica e due di restauro fanno parte del progetto denominato COBRA, per il quale l’ENEA si è aggiudicato un finanziamento di 860mila euro dalla Regione Lazio. Le tecniche sono in fase di sperimentazione, ma al momento sembra stiano portando ai primi risultati.
Banco di prova di queste ricerche è la chiesa di San Costanzo a Ronciglione – nella Tuscia Viterbese – e l’affresco della cupola, in pessime condizioni di conservazione, non completamente recuperabile con le tradizionali tecniche meccaniche e chimiche. L’architetto Fernanda Falcon, responsabile del restauro, ha infatti spiegato che la decisione di collaborare con l’ENEA e di utilizzare le tecnologie laser, nasce propio a causa delle difficoltà riscontrate con le tecniche di restauro tradizionali. Roberta Fantoni, capo della divisione Tecnologie Fisiche per la Sicurezza e la Salute, invece ha spiegato che l’utilizzo del sistema laser a tre colori RGB-ITR dell’ENEA, restituendo un modello tridimensionale della zona della cupola, permette di rilevare crepe e sfaldature sulla parete. Inoltre il sistema laser LIF Scanning, che serve sempre per la diagnostica di immagine, permette invece di ottenere informazioni sui materiali presenti nello strato superficiale della parete: dalla distribuzione del consolidante messo dalle restauratrici alla presenza di biodegrado o di altre alterazioni dovute a inquinamento o concrezioni esterne. Attualmente dunque i restauratori sono riusciti a rimuovere alcuni strati dell’affresco senza danneggiare però quello da preservare. L’ENEA per questa operazione di restauro ha messo a disposizione dei restauratori tutta la strumentazione per proseguire in modo autonomo.