ROMA – “Per dieci nuovi musei si è aperta in questi giorni la nuova selezione – ha detto Franceschini – saranno persone che hanno competenza di base specifica, ma anche esperienza di valorizzazione”. Davanti ai senatori, il ministro ha difeso le ragioni della sua riforma, “il nucleo centrale sta nella separazione tra tutela e valorizzazione. In Italia la valorizzazione era mancata, in parte perché i musei statali giuridicamente non esistevano, erano semplici uffici diretti da funzionario senza statuto senza bilancio”.
Per quanto concerne l’accorpamento delle soprintendenze archeologiche in quelle di arte e architettura, accolto con molte polemiche, il ministro, anche in questo caso, ha difeso la sua decisione spiegando: “la frammentazione portava problemi, ora il cittadino dovrà fare un’unica domanda e riceverà una sola risposta. Anche i conflitti non si scaricheranno più in pareri diversi. La prima fusione ha funzionato bene, questo secondo passaggio ritengo possa dare risposte efficaci. Tanto più che abbiamo ridisegnato territorialmente le competenze delle soprintendenze, con una ridistribuzione territoriale più omogenea”. Infine a proposito delle carenze di organico lamentate soprattutto per le biblioteche, Franceschini ha voluto sottolineare che si tratta di un problema di tutta la pubblica amministrazione, e che il Mibact, con la legge di stabilità 2015 ha goduto di una deroga che ha consentito il concorso per l’assunzione di 500 persone “su 770 posti vacanti”.
“Abbiamo scelto un criterio proporzionale, l’unico possibile. Semmai dobbiamo auspicare che nella legge di stabilità 2016 si arrivi a prevedere che i 500 posti diventino 1000”, “mi è dispiaciuto per le dimissioni del comitato tecnico scientifico, ho scritto loro ho chiesto di ritirare le dimissioni, non lo hanno fatto, non posso che procedere alla sostituzione”.