ROMA – La MAC Maja Arte Contemporanea inaugura il 9 febbraio la mostra Hommage, a cura di Daina Maja Titonel. Isabella Ducrot, Angelo Titonel, Leila Vismeh, Janine von Thüngen, Gaetano Zampogna rendono omaggio, attraverso sei opere, al compositore austriaco Arnold Schönberg e agli artisti Pablo Picasso, Edward Hopper, Constantin Brancusi e Francis Bacon.
“Omaggio a Bacon” è il dipinto di Gaetano Zampogna ispirato alla celebre fotografia di John Deakin, in cui tra le trame di un tessuto a fondo verde con stampe di elefanti, emerge – in forte contrasto – la sfocata e drammatica figura in bianco e nero di Francis Bacon. Il dipinto fa parte del ciclo “Le macellerie” a cui Zampogna sta lavorando dal 2015. Bacon stesso affermava di essere stato sempre colpito dalle immagini di mattatoi e di carne macellata: “Che altro siamo, se non potenziali carcasse? Quando entro in una macelleria, mi meraviglio sempre di non essere io appeso lì, al posto dell’animale”. Zampogna ha recentemente tenuto una personale alla Fondazione Umberto Mastroianni.
L’opera di Isabella Ducrot (olio e pastello su carta intelata, collage di carta, plastica e tessuti turchi ricamati), esposta nel 2008 a Roma alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, è dedicata ad Arnold Schönberg e fa parte del ciclo “Variazioni” (2006-2007), una serie di ritratti di famosi musicisti, generalmente di cultura russa, ma anche italiani come Scelsi e Panni, i quali dal patrimonio musicale della propria terra di origine, hanno attinto ispirazione e hanno convertito vecchie canzoni contadine e nenie religiose in “musica colta”.
Angelo Titonel, propone un omaggio a Picasso, un dipinto del 2011 realizzato come se si trattasse di un negativo fotografico, restituito con un ingrandimento spinto, provocatorio e simbolico. Sempre di Titonel è esposto un secondo dipinto, “La biglietteria”, del 1980. Nell’opera l’eco di un silenzio profondo e l’atmosfera malinconica contribuiscono a corroborare una visione di solitudine e irrealtà (o realismo magico). Un’atmosfera così specifica, che potremmo definire “hopperiana”.
Janine von Thüngen, scultrice tedesca attiva a Roma dal 2000, ha invece realizzato una scultura in vetroresina di brancusiana eleganza. Esposta nel 2011 alla Biennale di Venezia nella sua versione in bronzo, l’opera fa parte dell’installazione “WasserKinder” (2003).
La pittrice iraniana Leila Vismeh che, dal 15 al 19 febbraio, presenta un lavoro all’esposizione “Art Capital” al Grand Palais di Parigi, espone “Please smile” (2014), un dipinto nel quale una giovane madre, forse una contadina, tiene in braccio un neonato, accanto a lei il primogenito veste un costume rosso a pois bianchi, la bocca imbronciata. Sul fondo un mare azzurro si confonde con il cielo. E tornano alla mente e agli occhi – come un contrappunto – alcuni dipinti di Giulio Aristide Sartorio dove il mare di Fregene faceva da sfondo ai ritratti della elegante moglie con i figli sulla spiaggia; e ancora, per assonanza di quel mondo rurale, rivediamo la pastorella di michettiana memoria.
“Non temo di prelevare da altre arti, credo che gli artisti l’abbiano sempre fatto” aveva detto Lichtestein in un’intervista degli anni Sessanta, convinto che non ci fosse immagine che rielaborata, non potesse rinascere a nuova vita.
Vademecum
Hommage
Isabella Ducrot, Angelo Titonel, Leila Vismeh, Janine von Thüngen, Gaetano Zampogna
Inaugurazione giovedì 9 febbraio, ore 18
via di Monserrato 30, Roma
9 febbraio – 18 marzo 2017