MILANO – Ventuno sezioni e oltre duecento opere per raccontare, nelle due sedi milanesi delle Gallerie d’Italia e del Museo Poldi Pezzoli, il vivace e confronto e dibattito culturale che vide protagonisti l’Inghilterra, la Francia e i Paesi del Nord, soprattutto la Germania e l’Impero austriaco, a cui partecipò l’Italia, negli anni che vanno dal Congresso di Vienna alle rivoluzioni che nel 1848 sconvolsero il vecchio continente.
Una grande mostra a cura di Fernando Mazzocca, dal titolo Romanticismo, ripercorre i temi più significativi di questo movimento, soffermandosi sul contributo dell’Italia che si esaurì inevitabilmente con l’Unità d’Italia e l’affermazione del Realismo.
Anche in Italia, come del resto in tutta Europa, non è esistito uno stile romantico comune, ma linguaggi individuali di artisti tra loro molto diversi. L’esposizione intende dunque restituire questa diversità, che è poi anche la vera forza del Romanticismo, i cui ideali di “spontaneità”, di “individualità” e di “verità interiore” hanno avuto una penetrazione più vasta di quella delle idee illuministe, corrispondendo esattamente alle attese di una società profondamente cambiata dopo la Rivoluzione francese e l’età napoleonica.
Milano, con la sua vocazione europea, è stata uno dei centri della civiltà romantica, sia per quanto riguarda le arti figurative che sul versante letterario e musicale, basti pensare ai protagonisti che l’hanno abitata, come Alessandro Manzoni, Ugo Foscolo, Francesco Hayez, Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi. Come sottolineato da Gian Giacomo Attolico Trivulzio, Presidente del Museo Poldi Pezzoli, questa milanese non è dunque solo una mostra artistica, ma “l’affresco che ritrae la vita culturale e l’atmosfera quotidiana della città nei decenni centrali del XIX secolo”.
Per questa rassegna sono stati coinvolti molti musei italiani: l’Accademia Carrara di Bergamo, i Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia, la GAM-Civica Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e Palazzo Reale di Torino, l’Accademia di Brera, la Galleria d’Arte Moderna e Palazzo Reale di Milano, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro e le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria degli Uffizi e la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo di San Martino e Palazzo Reale di Napoli. Eccezionale partecipazione del Teatro alla Scala di Milano per il prestito di alcuni costumi di scena.
Nelle 21 sezioni, che ripercorrono i temi più significativi del periodo, prendendo in considerazione anche i fermenti preromantici e le sue ultime manifestazioni, si spazia dalle opere di Caspar David Friedrich a quelle dei lombardi Luigi Basiletti, Marco Gozzi e Giuseppe Canella, che vengono qui confrontati con Jean-Baptiste-Camille Corot. Dalla “pittura urbana”, reinventata da artisti come Angelo Inganni, Giovanni Migliara e Ferdinand Georg Waldmüller, alla sezione di capolavori di artisti napoletani e stranieri, molti dei quali mai esposti, esponenti della cosiddetta Scuola di Posillipo: Gonsalvo Carelli, Raffaelle Carelli, Franz Ludwig Catel, Thedore Duclère, Salvatore Fergola, Giacinto Gigante, C. Wilhelm Gotzloff, Alessandro La Volpe, Antonio Pitloo, Silvester Feodor Scedrin, Gabriele Smargiassi, William Turner, Frans Vervloet.
Ci sono poi i protagonisti del ritratto come il Piccio, Basiletti, Giuseppe De Albertis, Pietro Ayres, Friedrich von Amerling, Karl Pavlovic Brjullov, Alessandro Puttinati, Vincenzo Vela, e ancora la pittura di storia con i maggiori maggiori protagonisti del Romanticismo italiano, come Francesco Hayez e Giuseppe Molteni, messi a confronto in due capolavori, allegorie delle aspirazioni e dei tormenti del secolo inquieto: la libertà negata alla Schiava dell’Harem di Molteni, e la libertà per cui l’Italia ha combattuto nel 1848, rappresentata dalla Meditazione di Hayez.
Il percorso espositivo racconta tutti i generi in voga all’epoca, senza dimenticare una spettacolare sezione dedicata alla scultura, con due opere divenute subito popolari come simbolo delle aspirazioni risorgimentali, il Masaniello di Alessandro Puttinati e lo Spartaco di Vincenzo Vela.
Infine ci sono alcuni costumi provenienti dalla Scalae un ricco apparato video, con spezzoni delle opere liriche e di film ispirati ad esse e/o al clima romantico in genere, racconteranno il successo culturale che è proseguito fino al Novecento.
Tutti i temi affrontati in mostra, con relativi approfondimenti, si ritrovano nel prezioso catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, che contiene, insieme alle schede delle opere, saggi del curatore e di Virginia Bertone, Omar Cucciniello, Lavinia Galli, Sabine Grabner, Stefano Grandesso, Francesco Leone, Monica Tomiato, Luisa Martorelli, Susanna Zatti.
Foto allestimento Alessandro Cervetti
{igallery id=9055|cid=1205|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}
{igallery id=5101|cid=1206|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}
Vademecum
Romanticismo
26 ottobre 2018 – 17 marzo 2019
Gallerie d’Italia Piazza della Scala, 6
800 167619 | info@gallerieditalia.com
Orari: 9.30 – 19.30 (Giovedì chiusura alle ore 22.30) – Lunedì chiuso
Museo Poldi Pezzoli
Via Manzoni, 12
02 794889 – 02 796334 | info@museopoldipezzoli.org
Orari: 10.00 – 18.00 (Giovedì chiusura alle ore 22.30) – Martedì chiuso
Tariffe
10 € accesso in una sola sede della mostra, 7 € accesso alla seconda sede (previa presentazione del primo biglietto d’ingresso)